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[ Estratti da: Romina Capo, Carmine Mangone, Più cocciuti della morte, Ab imis, 2023. La foto è mia. ]

[ CARMINE MANGONE > ]

L’imbecillità delle stelle,
i budini di parole dell’infanzia,
il perdono che si fa riconsegna e
mai rivincita,
il sì del predatore all’eventualità d’un
lungo digiuno,
i corpi inventati,
i nomi valicati,
le quattro ali della libellula,
i torrenti di montagna
e tutti quei sorrisi che ci portino a
sfidare la sempiterna acredine degli dèi
verso le cose mortali.

(Starsene isolato in un vecchio casolare di campagna e scoprirsi con tanto più mondo tra i pensieri…
I giorni si susseguono senza l’assillo d’un consenso e tu ti metti a parlare anche alle pietre, alle querce, alle cinciarelle che fanno il nido da anni in una crepa della casa: un linguaggio felice, difficile, pieno di tante piccole venture.
Continui a rivolgerti agli umani, certo, e a costruire congetture selvaggiamente filosofiche, tuttavia tendi ormai a preferire la grammatica della scure o quella di ali che lambiscano il tuo tetto malandato, le tue trasparenze di pensiero.
Dei crucci passati, ti resta soltanto una paura bambina, chiusa da tempo in un angolo, a giocare stancamente con la frenesia che fu, ma tu la lasci dov’è, non te ne curi quasi più, tanto sai che alla fine non riesce a inquietare neanche i gechi che fanno capolino dal sapere accatastato.)

Chiove ‘ncape ‘e criature
e ‘o core s’arrevota,
pecché ‘o pate nun sape cchiù alluccà
e ‘a notte trase dint’all’osse comme ‘na furtuna.

[ ROMINA CAPO > ]

Lo sguardo accarezza una logica che ha fatto propria. Diversamente dovrebbe abbandonare ogni definizione di reale, infilarsi in una dimensione di anfratti secondari implorando empatia. Tentativi dai contorni incerti, spesso, generativi quanto una gravidanza isterica. Eppure, per ogni seme, il tempo del nascondimento è un lungo buio fecondo. Il sesso della terra perdona ogni smarrimento, dopo una veloce predica spalanca una supposizione d’eterno. Accogliente corollario. Ogni tre millisecondi un tarassaco svela, sfiorendo, ai quattro venti un segreto millenario.