Arthur Rimbaud, Una stagione all’inferno, a cura di Carmine Mangone, Eretica edizioni, Buccino (SA), 2021, pp. 116, 13 euro, ISBN 978-88-33442-21-1 [testo originale a fronte].
Per comprare il libro sul sito dell’editore >>> Arthur Rimbaud, Una stagione all’inferno
Acquistabile anche in libreria e sui maggiori portali web: < IBS > < Amazon > ecc.
Sostieni la piccola editoria indipendente: compralo sul sito di Eretica!
Breve estratto dalla mia prefazione: < Il vincibile orrore >
Testi di Rimbaud da Une saison en enfer: < incipit > < Addio >
Nota in quarta di copertina:
«A me. La storia di una delle mie follie. Da molto tempo mi vantavo di possedere tutti i paesaggi possibili, e trovavo derisorie le celebrità della pittura e della poesia moderna. (…) con ritmi istintivi, mi lusingai d’inventare un verbo poetico accessibile, un giorno o l’altro, a tutti i sensi.»
Arthur Rimbaud. Sì, proprio quel “fanciullo sublime” (la formula è di Verlaine) che ha sconvolto la poesia moderna. Dopo di lui, infatti, non si può più scriver versi impunemente. La sua ricerca e il suo desiderio – soprattutto a partire da Una stagione all’inferno (1873) – hanno reso la poesia un territorio da attraversare per costruire esperienze compiute e per fare del verbo un amico irriducibile della verità, dell’unicità.
Arthur Rimbaud (1854-1891) è stato poeta, nomade, esploratore. Adolescente geniale, affronta la scrittura spazzando via i luoghi comuni della propria epoca. Dopo alcuni tentativi di condivisione e coabitazione culturale col mondo europeo delle Lettere, parte e si perde dentro il proprio destino. Morirà di cancro, ma non prima d’aver sconvolto un intero immaginario.
Carmine Mangone, nato a Salerno nel 1967, è agitatore poetico, aforista e critico delle avanguardie del Novecento. Punk anarchico, mai pentito né dissociato, vive solitario (ma non isolato) tra le colline del Cilento.
Pingback: Rimbaud: “essere assolutamente moderni” o la dignità della fuga? | POCHI AMICI * MOLTO AMORE :: Il blog di Carmine Mangone
ti adoro già a partire dalla tua biografia
Rende l’idea, nevvero? Mi ci ritrovo assolutamente, ottusamente. 😀
felice di trovare ancora qualcuno così graniticamente anarchico in giro. non è mica facile, sai?
Mah, non saprei dirti. Frequento poco i giri “militanti”. Li trovo sovente del tutto avulsi dal reale divenire delle cose. C’è ancora troppo Ottocento in certe pretese. Certo, la basi sono solide (ne ho parlato nel mio saggio su Stirner), ma si stenta a costruire. Si gira a vuoto. C’è bisogno di nuova linfa, nuovi innesti.
e chi frequenta i giri militanti? parlo di ideologia, di buon senso, di idee che mancano e della necessità di vedere come sta girando questo vomitevole pozzo gravitazionale
In una nota della mia prefazione a Rimbaud, parafrasando un suo noto passo, affermo che, oggidì, bisogna essere assolutamente quantistici. Il che vuol dire, dal mio punto di vista, aderire al divenire anarchico di tutti i possibili ordini cosmici elevandosi al di sopra dei mediocri padroni umani della materia. Un anarcoquantismo, ecco. Detto molto in breve.
Anzi, suona forse meglio quantanarchia, benché sembri quasi una presa per il culo. 😀 Detesto gli -ismi.
Approvo, caro. Approvo…