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Nautilus invita a una conferenza/lettura di Carmine Mangone: sabato 22 giugno ore 18, Gelateria Popolare, via Mameli n. 6 – TORINO

Da dove ripartiamo, insieme agli altri viventi irriducibili, per costruire una gioia, un affetto insorgente, una poesia pratica che si armi contro le “passioni tristi”?

Siccome il mondo si fa sempre meno poetico, cioè sempre meno adeguato a una consonanza affettuosa tra i viventi e a una compiutezza delle loro relazioni col mondo, c’è qualcosa che evidentemente non va nella cosiddetta “poesia”, a partire soprattutto dal fatto che la si relega storicamente in un àmbito separato, specializzato, culturale. Orfani delle rivoluzioni novecentesche, e accerchiati da ogni parte da strutture sempre più “fluide” di potere e sfruttamento, occorre trovare un modo (un progetto) per costruire nuovi spazi e nuove comunanze per la gioia e l’autonomia dei viventi. Carmine Mangone, “agitatore poetico” e punk anarchico, a partire dai contributi che egli stesso ha fornito all’avventura chiamata “Nautilus” dal 2001 in poi, parlerà di tutto questo e di altro ancora, proponendo dei testi, suggerendo delle chiavi di lettura e dando una base teorica minima a un’affermazione perentoria e non più eludibile: QUI LA VITA, QUI GIOISCI.

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Qui la vita, qui gioisci – azione poetica di Carmine Mangone domenica 23 giugno h 20 – SelvaViva, Via Tre Salti, Turbigo (MI).

presentazione

Una voce, da sola, di fronte a un microfono, che grida, sussurra, accarezza, tentenna, spiega, si dispiega. Una voce, quella di Carmine Mangone, che tenta d’imprimere parole ed emozioni nel corpo di chi ascolta e vuol farsi toccare, come pure nell’anima di chi sorride alla vita e vuol farsi “toccante”.

Una lettura/comizio/alchimia-del-verbo che intende percorrere trentacinque anni di poesia, anarchia ed erotismo. Una sfida. Un’opera messa totalmente a nudo, che a sua volta denuda. Un modo per creare un percorso, una situazione, una continuità tra le voci, tra i corpi, tra le intenzioni più affettuose.

Le parole di Mangone sono scintille alla ricerca incessante del prossimo incendio. D’altronde, i suoi temi rimangono gli stessi da oltre tre decenni: l’amore carnale, la ricerca della gioia, la sovversione anarchica dell’esistente – quasi a formare un ritornello, una litania senza fine all’insegna di un continuo movimento, di un continuo “giocare col fuoco”.

L’appuntamento alla SelvaViva sarà peraltro un’occasione per presentare il suo ultimo saggio: Qui la vita, qui gioisci, uscito per i tipi di Ab imis nel marzo 2024.

biografia

Carmine Mangone è nato a Salerno, il 23 dicembre 1967, nel seno di una famiglia proletaria e contadina di origini cilentane. Nella tarda adolescenza, si avvicina alla poesia e comincia a interessarsi alla sovversione dell’esistente dopo la scoperta del punk anarchico e la lettura di Max Stirner, Lautréamont e Benjamin Péret. Ha alle spalle studi di informatica e una laurea in Scienze politiche, ma per stare al mondo si è ingegnato spesso e volentieri facendo, tra le altre cose, l’idraulico, l’apicoltore, lo squatter, il curatore editoriale, l’informatico. Ha tradotto in italiano Rimbaud, Péret, Vaneigem, Blanchot, Char, Bataille, Artaud e molti altri. Dal 1998 tiene letture e azioni poetiche in tutta Italia, ritrovandosi spesso a spalleggiare autori di rilevanza internazionale come Lawrence Ferlinghetti, John Giorno, Jack Hirschman o Alejandro Jodorowsky. Nel 2015 è stato tradotto e pubblicato anche in Francia.