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[ Recensione di Antonio Devicienti su VIA LEPSIUS – 13 marzo 2025 ]

* * *

Carmine Mangone, Post adventum veris, Il Convivio Editore, Castiglione di Sicilia (CT), 2024, pp. 72, cm 12×18, euro 11,50.

Libro pubblicato nella collana Occhionudo, a cura di Paolo Castronuovo. Foto in prima di copertina: Nella Tarantino.

Richiedibile in tutte le librerie (distribuzione: Libro Co. Italia + Casalini Libri), nonché disponibile sui maggiori portali web: < Amazon > < IBS >

N.B.: ne ho delle copie sotto mano anch’io. Se ne voleste quindi una con tanto di dedica e cotillons, compilate il modulo alla pagina Bookshop.

Paolo Castronuovo, nota in quarta di copertina:

Mangone con la sua parola, attraverso prosa e poesia, ha coniato un genere a sé stante.

Viviana Leveghi, nota a pag. 65:

Qualunque cosa pur di chiudere il cerchio e ottenere un senso. Questo libro invece è il resto. Non è il segno interpretato a proprio vantaggio e non è nemmeno la compiutezza definitiva. È l’onestà di quello che manca per dare una forma affettuosamente armoniosa ai giorni, è l’offerta benevola che si propone come amabile giuntura. Analisi dei concetti di prossimità, somiglianza, direzione, Prägnanz, memoria, linguaggio, grammatica dello stare. Informazioni per colmare le lacune. Ma come si colma qualcosa che non è una lacuna? Aggiungendo meraviglia.

CARMINE MANGONE – estratti dal libro:

*

Dio fu l’ultimo peccato dell’infanzia.
Ho avuto lacrime che non sapevano quasi niente di me.
Oggi, invece, tendo una mano verso il libro salvato dal fuoco e rido di tutti i miei ormeggi incauti.
Non sei mai stata straniera ai miei entusiasmi.
Aggio scummigliato tutt’ ‘e ccose pe’ te fa cielo.

*

Ero già nel dolore primitivo della madre.
Costretto, non sconfitto,
me ne stavo a contare le parole che mi
separavano dal risveglio e non
ammettevo arretramenti.
Ero già posseduto.
Ero già nel rasoio delle parole.

*

(…) Il mio divenire si adagia in una considerazione morbida del pensiero e ti conosce come sillogismo vivente del divino. Con te, e solo con te, la poesia rimuove dal mio sangue la contraddizione tra l’Essere e il Nulla realizzandomi sovranamente nell’inviolabilità di un’opera che soltanto tu e la morte saprete accarezzare.

*

Se ti metto sullo stesso piano della morte,
significa che ti do tutto,
che ti consegno ogni mia paura,
ogni mio entusiasmo.
Meglio di così,
non so morire,
non posso respirare,
non riesco a scrivere.