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hatgi_rose

 

 

Rispetto all’intesa, è vero, non si vive mai troppo tardi.
E ciò ci dissuade dal ritrovarci negli sterili perdimenti di chi
governa l’inessenziale.
Unione che ci invita allo spianamento affettuoso del
giorno, alla consistenza, al fare terra bagnata
tutt’intorno,
e semi, ostinazione di semi,
sfuggendo al tempo in cui non è mai ora per viversi.

Questo vuol dire che sei tu a segnarmi, a parlare –
mancanza di disastro, scrittura priva di sorveglianza,
amore che non precede i nostri passi.

Perché il lenimento uccide, se accoglie una
sostanza inadatta e si risolve in remissione.

Perché il movimento sopisce l’andatura, quando non
è contemporaneo allo slegamento delle strade, delle vene.

C’è amore solo nel disfare la solitudine,
nell’esporla per ciò che è:
piatta collocazione di risposte senza più domande.

Quando dico che ti amo,
io coltivo ancora e sempre una critica a fior di pelle,
per rifiutare le piccoli morti romantiche e
la stupidità del cielo azzurro.

Non si ama per difetto,
non si vive per decadere in una poesia.


27 novembre 2013. [Foto di Kristen Hatgi].