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a Viviana

 

Amica o nemica dell’aria,
avemmo in sorte una voce.

Con essa,
disputammo l’azzurro al fumo, agli uccelli,
alle migrazioni,
e ne facemmo un tetto per non
morire nella nostra smania di terra.

A chi blandisce il mio cuore dovrò nasconderne il sangue.

La parola veste la voce,
le mette un cappotto di nomi,
di cómpiti,
e la sposa in seconde nozze
dopo aver coniugato la luce.

Non ho bisogno di Dio per voler bene agli alberi.

Alla parola seguirà il deserto,
ma alla voce non verrà meno l’oasi,
la remora, l’incertezza del bivacco.

                Un cielo quasi impeccabile,
                se l’incidente non fosse la vita.

 

[ Laureana Cilento, settembre 2024. Illustrazione: Viviana Leveghi. ]