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Isidore Ducasse [Conte di Lautréamont], Poesie, a cura di Carmine Mangone, Eretica edizioni, 2025, 168 pp., testo originale in appendice, euro 15.

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Alcuni estratti dell’opera: < Poesie I > < Poesie II >

[ dalla quarta di copertina: ]

André Breton e Guy Debord, tra gli altri, consideravano imprescindibili i due smilzi fascicoli pubblicati da Isidore Ducasse nel 1870 col titolo di Poésies I & II. Il fondatore del surrealismo si era impegnato a ripubblicarne i testi dopo mezzo secolo di oblio. Il teorico situazionista ne aveva invece amplificato gli abbozzi teorici plagiaristi tentando di farli diventare addirittura un metodo rivoluzionario. Basterebbe anche solo questo per sottolineare l’importanza di un’opera sentenziosa, sarcastica e anti-romantica come Poésies; un’opera che ha tentato di fondare una poetica efficace, «assolutamente moderna» (per dirla con Rimbaud), nonché radicalmente contraria a ogni omologazione critico-letteraria.

Isidore Ducasse, figlio di un diplomatico francese di stanza in Uruguay, nasce a Montevideo nel 1846. Mandato a studiare in Francia, cerca (invano) di farsi largo nel mondo della letteratura con due tra le opere più estreme della modernità: I Canti di Maldoror, firmati col celeberrimo pseudonimo Conte di Lautréamont, e Poesie. Morto in circostanze misteriose, e del tutto sconosciuto, a soli ventiquattro anni, diverrà uno dei numi tutelari delle successive avanguardie.

Carmine Mangone, nato a Salerno nel 1967, è agitatore poetico, aforista e critico dei processi sovversivi otto-novecenteschi. In questa medesima collana, ha già tradotto e curato nel 2021: Arthur Rimbaud, Una stagione all’inferno.