*
anche i covoni scongiurano il suolo
avendo in odio i limiti del campo
il grande salmo dell’ulivo
toccherà mai terra?
eppure le distanze son tagli
non privazioni
cercando un pretesto nei petali
abbiamo perso l’incanto del polline
solo l’allergia e le radici non
sanno del volo in piena luce
[ oggi vorrei potermi ammazzare per una donna
ma sono sempre stato troppo forte per cose del genere
non ho la stoffa del fallito
mi dispiace ]
*
l’apicoltore quel giorno fece male i suoi calcoli
nessuna ape poteva perdonarlo per aver scoperchiato il mondo
diventare un puntaspilli e vedere
tante piccole creature urlare sul prato azzurro
[ un giorno sarò l’uomo che si fa umano
aggrappandosi alla manica di un arcobaleno ]
*
avevo fatto un patto con l’aria
avevo fatto il bravo
sembrava che la luce restasse
[ eppure il mondo era sguarnito
eppure sapevo
sapevo che si muore anche in pieno sole ]
ci sono albe che non saprò vendicare
e fallimenti da portare in tasca come una pistola scarica
*
adoro il bla bla bla del vento
che fa fremere gli scuri del mio ventre
la neve ha un suo fascino solo se
raggiunge il fondo valle
[ le vette non m’ispirano più
e sisifo è in sciopero da giorni ]
nuove possibilità
entrano nel sangue
*
accanto alla donna e alle suture del cielo
ho sempre sorriso alla vita
– persino nel disastro
persino negli interstizi tra uomo e terra
non esistono separazioni per
chi vola
non si muore al silenzio
quando le labbra baciano ogni affanno
l’amicizia è un
dono che faccio alla vita e ai fiori del tuo corpo
il poeta non profanerà il verde che metti al mondo
non avrà giorni recisi
non fallirà la vita che ti regala
*
inventami un martello nuovo ogni giorno
disse l’incudine alla forgia
[ quando la donna sta in piedi contro il
muro tenendo per mano l’uomo
è la rabbia dei fiori ]
certi corpi
sono solo un silenzio senza ritegno
*
anche solo per non
omaggiare la decadenza del vuoto
succede che le mani
si aprano per cantare la frenesia delle dita
e che non sempre la voce
abbia i nostri indugi
*
mi piace vagare sulla battigia
dove i confini sono così labili
raccogliere frammenti di mare
tracciare percorsi che l’acqua non tollera
tracciarli senza requie
c’è che il cuore non segue il flusso delle maree
se m’intestardisco sotto il cielo
può anche piovere
l’acqua può anche assediare il respiro
ma non si muore per così poco
e se mai avrò la leggerezza del vento
l’intesa con la terra sprofonderà tutto il male in una
carezza definitiva
[ vuoi vedere che l’eterno è un
sorriso fuori stagione? ]
*
ho collezionato burrasche e negazioni
senz’accettarne la fatalità
[ innamorato delle ceneri
il mio fuoco diventa adulto ]
solo i corpi vivi hanno l’odore della
rabbia
sventata la morte
esco al caldo di un nuovo sogno
*
non si può giungere a se stessi senz’attraversare l’altro
senza farlo morire morendone e rinfocolando il
corso illegale della propria presenza
la morte va incipriata e mandata a battere sui
marciapiedi dell’ironia
solo così avremo spazio per la gloria
[ in ogni pensiero giocato per lei
un altrove irredento
si muta e mutua senza posa ]
*
sfilo le calze alla notte per
lasciarla più nuda del mio cuore
non potendo morirti accanto
svaligerò il cielo stellato solo per me
la morte è la morte
mentre la vita è la morte più qualcos’altro
[ nel mio sangue intanto rimbomba la
seduzione della parola INSORTO
vorrà pur dire qualcosa
se ho ancora l’odore della tua fica tra le dita ]
*
nella casa dove nacque il mio nome
400 metri sopra il cuore
la linfa d’oro del mondo si
fa miele sotto la lingua
e anche il vecchio aratro sa
del mio disprezzo per la poesia debole dei cittadini
[ Testi risalenti al periodo: aprile-settembre 2009. La foto è stata scattata a Genova, l’otto maggio dello stesso anno. ]
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Quadre e controcanto: bello!
Grazie.
Che splendore Carmine.
Barbagli dal passato, cara Emilia. Scritture che ho abbandonato in un angolo della futura infanzia.
Mi mancano. Ne ritrovo per caso alcune, non posso che essere felice.