L’uomo marcia. L’albero, anche. Non dimenticate, prima del risveglio, di mettere le scarpe ai piedi dell’albero. Sensazione sgradevole.
Gli statuti dell’erotismo.
Io non scherzo coi porci.
Il cane randagio non raggiunge necessariamente la foresta.
A partire da oggi, c’è il cielo, l’inferno e ci sono io.
Domani l’acqua farà cantare il fuoco nelle pignatte. E si troveranno degli imbecilli per rimarcare il mondo andato a rovescio.
Gli statuti dell’erotismo.
In fondo al braccio del fiume, c’è la mano di sabbia che scrive tutto ciò che passa lungo il fiume.
Se bisogna distinguere diverse qualità nell’amore materno,
vi è modo di stabilire una gerarchia nel marciume.
Gli statuti dell’erotismo.
Insegnami ad uccidere, t’insegnerò a godere.
L’amico potatore mi scrive: «…da parte mia, inizio a credere che la notte sia sempre lì ad attendermi.»
Nell’amore, c’è ancora l’immobilità, questo sesso gigante che si scuce, si leva e mi aspira, mentre l’anno della mia nascita, beninteso, rimane l’anno della mia morte.
Gli statuti dell’erotismo.
Le lunghe passeggiate silenziose, in due, la notte,
attraverso la campagna deserta, in compagnia della pantera sonnambula, terrore dei massoni.
Cara Artine,
Ho l’impressione che i vostri sogni maggiori non mi colpiscano più nella carne viva come in passato. Il nostro incontro risale all’ottobre 1929. Da quella data, gli ippodromi hanno smesso di essermi favorevoli. La responsabilità, lo so, è del gas che proietta una luce insufficiente sui cavalli di piccola taglia all’arrivo, determinando così incredibili scompigli con perdite considerevoli di sangue. L’eden della macelleria. L’usura dei miei abiti, l’andare e venire irritante delle lucertole verdi sul prato, la presenza, qua e là, di tumori incontestabili in prossimità della Bellezza, mi pongono faccia a faccia con voi in un imbarazzo assai crudele. Credete che una piantagione di pioppi sia sufficiente a indicare il luogo del vostro sonno agli uccelli migratori che si lamentano perché vi perdono continuamente di vista nello spazio? Io non lo credo.
Mi muovo in un paesaggio in cui la Rivoluzione e l’Amore, di concerto, illuminano prospettive sorprendenti, tengono discorsi sconvolgenti. A tempo debito, una ragazza dal vitino di vespa appare, sgozza un gallo, poi cade in un sonno letargico, mentre a pochi metri dal suo letto scorre un intero fiume coi suoi pericoli.
In molte circostanze, vi è piaciuto omaggiare la mia lealtà. Amo credere che non resterete affatto indifferente a tale disperata audacia. Con questa speranza, cara Artine, ecc.
Traduz. di Carmine Mangone. Fotocollage (Adèle et les limules) di Pierre-André Sauvageot. Il testo di Char (L’esprit poétique) è apparso originariamente nella plaquette: L’Action de la justice est éteinte, Éditions Surréaliste [José Corti], Parigi 1931.
L’ha ribloggato su CIANURO EMOTIVO INCHIOSTRO D'ANIMA SINISTRA.