Le ragazzine torturate
Presso una casa di sole e capelli bianchi
una foresta manifesta delle facoltà di tenerezza
e un spirito scettico
Dov’è il viaggiatore si domanda
Foresta il viaggiatore si chiede di cosa sarà fatto il domani
È malato e nudo
Chiede pastiglie e gli si portano erbe folli
È celebre come la meccanica
Chiede il suo cane
ed è un assassino venuto a vendicare un’offesa
La mano dell’uno è sulla spalla dell’altro
È qui che interviene l’angoscia una gran bella donna in mantello di visone
È nuda sotto il mantello
È bella sotto il mantello
È voluttuosa sotto il mantello
Sì sì sì e sì
Lei è tutto ciò che vorreste
è il piacere tutto il piacere l’unico piacere
quello che i bambini attendono al limitare della foresta
quello che la foresta attende accanto alla casa
Legato mani e piedi
Quando sarò il cavallo di pietra
ritto di fronte all’eternità
chiederò alle divinità delle piante
il mantello di pioggia indispensabile ai viaggiatori eterni
Oggi io sono nel pozzo ghiacciato
dove piangono le madonne sommerse dalle proprie lacrime e dalla pioggia eterna
che ricopre i pensieri degli uomini
i loro ricordi e le ambizioni già fatti appassire
da una mano inesperta
ed incolore come l’acqua di una caraffa
dove comunque vive l’occhio della mia diletta
color limone e di tempesta implacabile
In due tempi e tre movimenti
Il vecchio cammello sgraziato
disse alla signorina delle poste
Una seggiola per favore
La signorina voleva una stella
La stella voleva calze di seta
Allora la signorina
con il pugno all’altezza di ogni circostanza
scoprì i cactus e li amò
Non era una cosa seria
perché ai cactus piacciono gli alcolici
e se la ridono delle signorine
che vogliono stelle
— Benjamin Péret, Le Grand Jeu, Gallimard, Parigi 1928. Traduz. di Carmine Mangone. Illustrazione di Donatella Vitiello.