[ Quattro poesie erotiche, scritte alcuni anni fa. Sono confluite, con diverse varianti, nella raccolta Se questo si chiama amore, io non mi chiamo in alcun modo (Ab imis, 2018). Le fotografie sono di Lina Scheynius. ]
oggi la sua fica è ovunque
anche nel piccolo taglio che
mi son fatto mentre cucinavo
se questo non è amore
non so proprio come tagliarmi altrimenti
*
vorrei seminare coltelli fra le tue lenzuola
e tenerti per mano mentre ti tagli
vorrei fendere ogni idea
e tatuarmi una fica sul pensiero più bello del giorno
il tramonto che cola dai
concetti conserverà il
rosa del tuo sapore profondo
anche quando fischieranno il poeta
*
infilarti la lingua nel culo
infilarci dentro ogni aggettivo
ogni verbo
trovare una poesia che sia degna della galassia di Andromeda
e sprofondare in te
nell’idea che ho di te
in ogni idea possibile che avrò di te
*
imparare a distinguere i tuoi occhi
anche se mescolati alle mie voglie
esaudire l’insistenza con cui l’inesausto sanguinamento del
mondo annega le definizioni
facendole poi riaffiorare a sud delle tue reni
ritrovarmi in bocca i tuoi capelli
o tirarteli mentre sei mia
tirarteli fino a farti male fino a farti bene
fino a farti male
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Meraviglia!!!!!
complimenti, nessuna oscenità semmai idee! E congratulazioni per le foto dell’artista Lina Scheynius, molto chic..
Grazie, Roberto. La scelta del termine “oscenità” non è casuale, beninteso. Ha a che fare soprattutto con la rottura che voglio operare contro la noia e la faciloneria di un certo manierismo erotico. C’è della pornografia tra gli enjambement. 😉
L’ha ribloggato su sergiofalcone.
Belle, niente affatto pornografiche. Più di tutto mi fa trasalire lo “sprofondare … in ogni idea possibile che avrò di te” .
In effetti, avrei dovuto definirle con più correttezza “gioiosamente oscene”, o qualcosa del genere, visto che la molla della loro genesi (assai rapida, quasi frettolosa) fu quella di innescare sprazzi di desiderio e gioia nella donna cui erano indirizzate.
Quando leggo dito nel culo o fica qui, sento la grazia di un abbandono e la tenerezza di un bambino.
Stranamente, nell’ambito erotico (diciamo più banalmente: nella sfera sessuale) sono stato molto rispettoso delle donne che ho amato (e anche teneramente deciso). Ho usato l’avverbio “stranamente”, perché in altri ambiti relazionali – legati alla vita quotidiana, “prosaica” – sono stato invece a sprazzi assai aggressivo e anche violento, devo ammetterlo. E non mi sono mai spiegato fino in fondo questa mia incapacità ad adattare (a far sconfinare) una tale “rispettosità sessuale” negli altri momenti della mia vita di relazione. Incapacità, bisogna dirlo, che dimuisce sempre più con gli anni.
Una questione molto importante, direi essenziale. Grazie per parlare così apertamente di te.