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I seguenti frammenti in versi sono tratti da: Georges BatailleŒuvres Complètes, tome IV, Gallimard, Paris, 1971, pp. 11-36.
Le fotografie sono di Ellen Rogers e appartengono alla serie Martyr.
N.B.: il titolo del post è mio. Le presenti poesie non furono pubblicate dall’autore mentre era ancora in vita.

 

 

RIDERE

Ridere e ridere
del sole
delle ortiche
dei ciottoli
delle anatre

della pioggia
della pipì del papa
di mamma
e di una bara piena di merda.

 

 

PIPÌ

Gazza mangiatrice di stelle
fatica mangiatrice di terra
sfinimento di tutto

cielo rapace
cielo maledetto
partigiano dell’ospedale

un corvo sui trampoli
entra nella visione

cuore in fiamme di rubino
piscio sulla mia coscia nuda
culo bagnato liscio
mi viene duro e piango

ala nera della tomba
cortesia della fossa.

 

 

SIGNORINA AMORE MIO

Signorina amore mio
nuda tra i merletti
con bocca profumata
la pipì cola dalle sue gambe

l’odore imbellettato della fessura
è lasciato al vento del cielo

una nuvola
nella testa
si riflette a rovescio
una stella meravigliosa
cade
cuore che urla come una bocca

il cuore manca
un giglio sta bruciando
il sole ti sgozza.

 

 

DOLORE

Dolore
dolore
dolore
oh dolore
oh dolore
oh lacrime mie di pece
mio cazzo di zafferano

oh calarmi le mutande
pisciarmi addosso

 

 

INSIGNIFICANZA

Io acquieto
l’ago
del mio cuore
io piango
una parola
che ho perso
io slargo
il bordo
di una lacrima
dove l’alba
morta
tace.

 

 

LA LISCIVIA

La luna
è il sapone
delle canne gracili
della mia voce.

Apro le gambe
alla lingua di bue
della pelliccia

Un lungo cazzo sputava
nella chiesa del mio cuore.

 

 

*

Gonfia come un cazzo la mia lingua
nella tua gola d’amore rosa

La mia vulva è una macelleria
il sangue rosso lavato dalla sborra
lo sperma nuota nel sangue.

Nelle mie calze malva il profumo di mela
il pantheon del cazzo maestoso
un culo di cagna aperto
alla santità della strada.

L’amore peloso della mia gamba
un pantheon di sperma.

Io dormo
la bocca aperta nell’attesa
di un cazzo che mi soffochi
con uno schizzo insipido uno schizzo appiccicoso.

L’estasi che m’incula è il marmo
della verga macchiata di sangue.

Per abbandonarmi ai cazzi
ho messo su
un vestito da spezzarvi il cuore.

 

 

LA FOLGORE

Il cannone tuona nel corpo
e la folgore nell’occhio di bronzo
ha la nudità della sconcezza.

SOLITUDINE

Il pollice nella fica
il ciborio sui seni nudi
il mio culo sporca la tovaglia dell’altare
oh cristo la mia bocca implora
la carità della tua spina.

 

 

NOTTE BIANCA

Soffocarsi
abbassare la voce
inghiottire la lingua morendo
abolire il rumore
assopirsi
radersi
ridere agli angeli.

 

 

NOTTE NERA

Te ne infischierai del tuo prossimo come di te stesso

Togliete l’amore all’oca
alla milza dei grandi uomini

L’oblio è l’amicizia dello scannato

Con rispetto parlando
me ne vado.

 

 

LA CAMPANA A MORTO

Nella mia campana voluttuosa
il bronzo della morte danza
il battaglio di un cazzo suona
una lunga menata libidinosa.

IL CALVO

Il buco del tuo cazzo è la risata
la cui aurora sono i coglioni.

 

 

CORIFEA

Sventura! Il sangue cola dai miei seni, la mia gola si apre alla morte con un sinistro tubare… Dono la mia vita ai sorrisi sornioni del piacere: è il profumo inebriante del denaro. Lascia che un’ultima stretta dia alle tue reni la veste appiccicosa della morte.

 

 

IL MARCIAPIEDE DI DANAIDE

Mia puttana
cuore mio
Ti amo come si va di corpo
Bagna il tuo culo nella tempesta
circondata dai lampi
È la folgore a scoparti
un pazzo bramisce nella notte
che si eccita come un cervo
Oh morte son io quel cervo
divorato dai cani
La morte eiacula sangue