Tag

 

*

Le mie parole sono spigoli,
carezze,
fili d’erba che sorridono alla falce.
Scegli tu
a quale fine del mondo appartenere.
Vi è sempre uno spazio che si chiama evenienza
alla foce dell’orgoglio.

 

*

Un limite mi possiede
e mi fa parlare.
Questo limite è il fumo che non riesco a dissipare,
il gatto che non posso accarezzare.
Dentro questo limite,
gli specchi si moltiplicano e
diventa tutto più difficile.
Ma come potrei capire il mondo se
smettessi di pensarmi nel suo movimento?
Dove potrei interrompere la moltiplicazione delle stanze?
Come faccio ad ammettere l’Altro
senza insidiarne il corpo, il territorio, l’idea?

Fermo di fronte al muro,
simpatizzo con l’oltraggio.

Non saperlo dire,
significa solo che il varco va cercato tra le pietre,
non tra le parole.

 

*

Il sesso dell’erba,
l’odore dei pensieri,
la civetteria delle susine mature.

Lascio un accenno di linfa
e qualche radice ingenua
ai potatori che verranno.

 

Testi scritti il 23-24 agosto. Fotografia: Nina Leen.