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carezze, contro la valorizzazione capitalista, la conquista della tenerezza, la morte della morte, Oleg Kulik, poiana
Oggi pomeriggio, per circa un’ora, una coppia di poiane ha volteggiato sontuosamente sopra la mia casa. E ho pensato: lascerò il mondo in buone ali.
L’uomo civilizzato è solo un animale degenere. Invaso dai numeri, pervertito dal valore, accetta di essere un morente tutti i giorni anziché affrontare la propria mortalità a viso aperto e senza stupidi infingimenti.
Per millenni ha creduto di essere il padrone del bacino comune a tutti i viventi; si è sentito “predestinato” a governare il cosmo, a detenere la padronanza degli spazi. E invece… Ora annaspa ridicolmente, ha paura, sputa tutta il suo livore attraverso le rappresentazioni che si è dato per occultare le proprie mancanze.
Poco male. Come se niente fosse, tornano le rondini, le volpi in amore urlano e il picchio verde cerca un albero condiscendente per sottrargli spazio e fare nido.
Alla fine, ognuno avrà avuto la morte da cui viene stregato. L’umanità non è (e mai sarà) una priorità del cosmo.
*
Le carezze che non ti ho dato
sono nell’aria pura del disincanto,
tra le mani di chi mai si farà fregare dal
rimpianto.
Arriveranno col primo sole,
– ardite, inclementi –,
dopo questa mediocre apocalisse
che spaventa i servi
e ritempra le sementi.
Laureana Cilento, 12-15 marzo MMXX. Opera visuale: Oleg Kulik.