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Covo in me il desiderio di lambirti,
di toccarti,
senza la nausea della poesia,
senza la necessità puerile di far pace con l’amore.
Un fuoco gentile assume tutta la
chiarezza del possibile
e lascia le tue labbra dentro un
calore nuovo.
La notte è gravida,
io respiro le stelle,
la corteccia del cuore protegge anche il sangue smarrito.
Nell’eternità stronza della materia,
siamo sempre in ritardo d’un corpo.

Siccome il sole non può inventarsi una scorciatoia, dovrò ricamare io stesso le nostre ombre dentro lo spazio della delusione e ricostruire un pensiero bambino all’altezza dei miei giochi.
Esiste una slealtà della luce che non voglio più riflettere.

Se tenerezza è l’estrema fiducia nella carne dell’Altro, il centro non può mai essere il proprio desiderio.

Laureana Cilento, 23-25 luglio MMXX. Fotografia: Christophe Pok.