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Se si prende un triangolo equilatero e lo si capovolge, non per questo si diventa atei. Il corpo conserva le idee migliori negli angoli più nascosti del bene, al che bisogna mangiare dismisuranza e accogliersi in incauta, smodata creanza.
Corteccia di libidine. Saliva e sperma su rilanci d’intemperanza. Il mio cazzo ordisce verità in un affetto spinto all’estremo e che si manifesta nei segmenti finiti di un rigore immediato, espansivo, del tutto fine a se stesso.
Il desiderio è il contrario della quiete, perché infrange continuamente la ricerca di una totalità; si ferma soltanto sul momento, sulla configurazione carnale che lo esaudisce facendoci esultare sul bordo di un abisso.
L’evento è la mancata resistenza del tuo corpo ai miei occhi, alle mie mani. La morte della dialettica, vale a dire la nostra carne negante ogni rimozione, esiste qui come unica attività degna e pregna dell’affetto erotico, dilagante.
Non si parla col sesso turgido. Non si teme la morte quando abbiamo fra le mani la materia sempre vergine della soddisfazione. L’oggetto dell’amore è la morte dell’Altro in quanto oggetto. Nella sua immediatezza, che è pur sempre una deliberata mancanza di parsimonia (dove però il desiderio non manca mai di un proprio rigore), il mio possesso di una porzione di mondo è l’aderenza della mia unicità alla tua, nonché l’apertura del mio desiderio al tuo attraversarmi così piena di carne. Il corpo affettuoso non è mai unilaterale.

Nel paradiso degli idioti,
le mele restano acerbe
e anche Dio si è dato alla macchia.
Dopo gli abbracci che furono,
si fa il callo pure al destino.

Laureana Cilento, 13-14 aprile 2022. Illustrazioni: Darren Hopes (Spiral Studio).