[Il frammento che segue è tratto da Fuoco sui ragazzi del coro, Nautilus, 2014. Il fotomontaggio è di Donatella Vitiello.]
Nessuna paura di morire. Nessuna paura di restare soli. Siamo uomini. Siamo come fili d’erba nel deserto. Siamo vette. Procediamo spalla a spalla. Copriamo ogni spiraglio. Non abbiamo parte e non faremo storie. Potete anche bruciare tutto la prateria o radere al suolo per intero la foresta delle pretese, non avrete mai certezza d’aver distrutto ogni nostra semenza. Siamo nella radice dell’olivo, nel canto della spremitura; siamo nella vicenda senza fine della libertà. Siamo nel vento, nell’alba, siamo nel rumore di fondo dell’umanità. Non potete occultare nelle vostre biblioteche polverose il nostro volto sempre diverso, sempre nervoso e bello. Siamo la padronanza del disastro, i puntini sospensivi del destino. Siamo il muschio nero che avvolge la corteccia ingenua, il rapido infiammarsi dell’incanto fra le strade che invocano l’uomo. – Perché non deponete le armi e vi accontentate di sopravvivere ai vostri limiti? – Perché noi non abbiamo paura e perché sappiamo, anzi siamo sicuri che in qualche luogo, anche se del tutto in disparte (ascoltate, prestate orecchio), alcune presenze, alcuni corpi intelligenti ed essenziali hanno cominciato a ridere di voi e dei nostri limiti coltivando il sogno sovrumano di abbattere ogni limite.
Saltando da una piattaforma all’altra ti ritrovo, felicemente.
Un abbraccio fraterno.
Carissimo, è un piacere ritrovarti.
Uhm, credo comunque che qui ci starò per un bel pezzo (e ci starò bene). 😉
Ti abbraccio forte*
Benvenuto! Preferisco questo blog al tumblr…ma è solo per una questione estetica e per la facilità di leggerti e seguirti.
Per il contenuto sei una garanzia, che non scade mai.
Ciao
Nicoletta
Ciao, Nicoletta. Tumblr limita molto le interazioni o, meglio, ha modalità interattive che non mi sono particolarmente congeniali; è una piattaforma molto valida per chi s’interessa di fotografia, ma i testi si perdono nel calderone di un archivio indistinto e difficile da mantenere unitario (il che, intendiamoci, potrebbe avere il suo fascino). Qui ci sarà spazio invece per ben altro: rigore e leggerezza si terranno a braccetto lungo tutto il cammino, ma la prevalenza andrà sicuramente al primo.
Ciao Carmine, ho i brividi da senso di appartenenza… bacio
Sentirsi appartenere alle parole di qualcuno? Mi suona buffo, ma mi suona vero. A me succede.
Baci*
Brano intenso, a tratti impietoso come un bisturi adamantino. Sono orgoglioso dell’pamicizia di uno degli scrittori più interessanti della contemporaneità. Un fraterno abbraccio.
Grazie di cuore, caro Mirko. Qui ho postato uno dei brani forse più retorici, ma che ben esemplifica, almeno spero, l’importanza che ho sempre dato all’amicizia verso il mondo.
Ho sempre cercato i miei compagni fra l’erba alta. Forse non sono stato e mai sarò semenza, ma di certo ho avuto a tratti l’esplosiva e semplice vanagloria dei papaveri in maggio. E tanto basti.
Ben giunto Carmine!
Un saluto.
maurizio
Grazie, Maurizio. Un caro saluto a te. Lieto d’incrociarti qui.
sarà bello seguirti qui e poi su carta.
Sarà bello sapervi partecipi di quelle che continueranno ad essere le cuspidi del mio pensiero poetico. Ti abbraccio forte, cara Antonella.
Bentrovato, Carmine 🙂
Un bacio
Ciao Doriana, felice di ritrovarti qui. Spero che il contenuto di questo blog possa essere e restare di tuo gradimento. Bacio*