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nessuna fine può farci finire
nessuna morte ci farà inciampare
estrema labilità delle forme
questa rincorsa di foglie nel vento che verrà
*
il rumore del nero in piena notte
non è la gestazione del bianco
affilare i giorni con l’amore
offre nuovi tagli al mio giudizio
anche la potatura dell’idea
è una carezza
*
strappare i giorni in modo regolare
come nuvole fedeli alla tormenta
che tutto questo parlare non abbia la forma della
morte quando mi dirai di no
adoro l’origami che fa il
libro quando brucia
*
per chi si rovescia la bocca in un
movimento che rifiuta la facilità
esiste solo un’imperfezione vissuta
una seduzione fatta di scorribande e
parole contro ogni corpo chiuso
*
poche cose vorrei dirti
e dirtele per sempre
sentire che i tuoi occhi
mentre ti parlo
sanno essere un intero mare
giorni in cui non nasce niente
e altri in cui tutto il corpo è un’alba micidiale
[Fotografia di Donatella Vitiello.]
bellissime le tue parole.
bellissima donatella.
bellissimi voi.
con affetto*
Ciao Anto, ricambio smodatamente l’affetto, ma non esageriamo coi complimenti, please, c’è ancora molto da fare, molto da costruire e seminare. E le parole, da sole, pur essendo talvolta essenziali, non bastano di certo. 😉
anche i giorni che non germogliano, sono le fornaci del bosco a venire.
questo amore fatto di melodie, sincopi e salti formali, supera entusiasticamente lo spazio di un nostro abbraccio.
tua,
D.
Le parole saltellano dentro la testa come tante biglie riottose. Richiamano l’abbraccio senza nominarlo. Creano rumore. Fanno spazio ai luoghi comuni da ricreare e ricollocare senza posa, con gioia.
❤