[Frammenti scritti alla fine del 2006 e pubblicati in: Al centro esatto dello stupore, PesaNerviPress, 2007. Libro ormai esaurito e non più disponibile.]
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Non posso ammirare un sorriso senza leggervi: «Guardami, è per sempre».
Tutto si rovescia. Sulla carta. Niente torna.
Un anarchico senza più anarchismo – le mie ghiandole, le mie mucose sono anarchiche, non la mia testa.
Per scongiurare il disastro bisogna glorificarlo?
Contraddizione: sorella dei miei giorni.
Io conosco solo una parte piuttosto infima di me stesso, riflessa in coloro che amo. Un nucleo, un’anima di pensieri e sentimenti ingarbugliati (e spesso sconsiderati) che cerco di sviluppare grazie alla tenerezza degli altri – tenerezza che accolgo e faccio mia attraverso una visione quasi aristocratica dell’amicizia.
Non voglio più nulla dalla vita, per questo mi attendo tutto. Dietro di me, quando mi rintano nelle idee, lascio sempre la porta aperta. La ricerca non è finita, si è solo metamorfosata in sfida ironica verso il mondo.
Mi gratifica chiunque riconosca in me una parte della sua migliore umanità.
Come flebili eroi, siamo carne delle nostre scelte.