Quel che rimane da vivere senza differire l’azzurro.
L’enigma, il tocco acerrimo, la fase senza regole dell’incanto.
insidia leggera
trapunta d’ali
Diceva a se stessa: la caduta crea la bellezza dell’inciampo, tu cadrai in me e il pensiero stesso sarà prossimità. Oppure: quando verrai a me, ancor prima di tenermi, farò della tua mano un aratro e del mio amore un istmo tra due mondi.
Sciagura degli elementi, il sorriso della ferita.
Dove la poesia non è che un disastro rimandato.
Siamo alla vita incurabile.
[Sera del 3 novembre 2011.]
Una grande energia compressa in un piccolo riquadro di spazio, ma che rimane libero e aperto; nube carica, elettrica di parole.
In questo periodo sono così. Una tempesta ancorata strenuamente alla gonna del cielo. Pronto a perdere parole a catinelle. Ma mi trattengo. Bisogna centellinare, potare. Non adeguarsi, non farsi irretire.
peccato però
trattenersi
trattenerti
saresti capace di osare lasciare libere le cateratte della scrittura non mediata, ma istantanea e viscerale?
cinque minuti di ordinaria follia, in prosa o come vuoi tu
sarebbe un bel regalo, per chi ti legge…
I miei testi in versi sono scritti generalmente in tempi molto brevi. Insidia leggera, ad esempio, è stato buttato giù in 10-15 minuti. Quando dico che mi trattengo, voglio dire che limito la quantità dei testi che scrivo e pubblico, non che limito me stesso e la mia scrittura dentro un metodo, uno stile, una maniera. Se tu leggi alcune delle mie poesie più pesantemente oscene – su questo blog ne trovi almeno un paio – hai dei chiari esempi di scrittura “istantanea e viscerale”. 😉
adoro le tue poesie pesantemente oscene!