[Nella foto: Louis Scutenaire, con la moglie Irène Hamoir, nel 1956.]
Non si perda mai di vista – il consiglio è rivolto a me per primo – che si vive e si scrive sotto il dominio borghese.
Si fuma col culo, vecchio mio, quando si è poeti.
Il movimento è un gesto della materia.
La vita sarà difendibile solo dal momento in cui verrà consacrata l’importanza primordiale – e senza dubbio spaventosa – dell’individuo e dell’istante.
L’uomo considera intelligenza l’usura delle proprie facoltà d’indignazione.
In generale, per principio, è più facile farsi le seghe che scopare.
L’infelicità non è cosa difficile.
Aver ragione esilia.
Il coltello veglia sulla propria lama.
È lodevole riuscire a conservare l’equilibrio su una terra che, a quanto pare, gira ed è rotonda.
La morte mi appassiona come una cosa da evitare.
Lo spazio è nato dal nostro amore per il dettaglio.
Non è certo perché gli piace bere il tuo sperma dalla fica di tua moglie che l’amante di quest’ultima è innamorato di te.
Fondare le scienze sul desiderio, non più sulla memoria.
Gli inediti di Rimbaud, siamo noi.
Ho riso in ogni luogo.
Molti tengono d’occhio lo specchio per ritrovarvi le smorfie che facevano vent’anni fa.
Non è il momento di morire.
Il buon gusto conduce all’impotenza.
Il padrone che ebbe bisogno della pelle dei suoi schiavi insegnò loro che era bello disprezzarla.
Il nostro politico di destra si vende ai suoi amici. Quello di sinistra ai suoi nemici.
È difficile restare fedeli agli amici che non sono fedeli a se stessi.
Le donne nude non hanno mai fatto male a nessuno.
L’esoterismo è l’eroina degli intellettuali.
Dio non ha mica lampi, tuoni e nuvole di fuoco, ma fabbriche, prigioni, giornali.
Il critico è quasi sempre colui che non sa distinguere la passera di una bella figliola dal buco del culo d’un vecchio.
A chi proprio non gradisce i miei scritti, posso dire con la più grande giustezza indifferentemente l’una o l’altra di queste due frasi:
Come volete che piacciano al folle le verità dei medici?
Come volete che piacciano ai medici le verità del folle?
Nelle fasce del cancro di Rimbaud tagliano i foulard per i loro galà di poesia, e nella bandiera rossa e in quella nera i centrini per i loro comò.
Il giudizio implica anche la condanna del giudice.
Il movimento potrebbe benissimo essere infinito, perché esiste di per sé e non in opposizione all’immobilità, che è solo concepibile.
Attaccate per colpire un altro, non per sfuggire a voi stessi.
Petare è un po’ cacare.
Se sono uno spirito libero, è perché mi manca la libertà di non esserlo.
La celebrità è una buona cosa. I giornali parlano di voi, delle vostre abitudini, dei vostri vestiti. Se un giorno dimenticate il colore delle vostre brache, sarà la gazzetta a dirvi che sono blu.
Ammetto tutto fuorché ciò che tende a mantenermi in una condizione servile.
Paziente come i mondi a venire.
È deplorevole, per l’educazione dei giovani, che i ricordi sulla guerra siano sempre scritti da persone che non sono state uccise dalla guerra.
L’uomo è ben più stupido d’un geranio.
Il sognatore cavalca, il pensatore è posseduto, l’uomo d’azione si tocca.
Se la personalità esiste, non si può essere semplicemente surrealista. Si può solo essere il surrealista di un altro.
La sola invenzione buona degli uomini è il punto interrogativo.
I capi sono degli stronzi che hanno il potere; gli assoggettati, degli stronzi in potenza.
Forse la morte è solo un momento di distrazione e la gente del mio paese ha ragione di dire, parlando d’un defunto: «ha dimenticato di respirare».
Fin qui le rivoluzioni sono riuscite solo passando alla reazione.
Attendermi sempre il peggio non è sufficiente a tranquillizzarmi.
L’uomo è un’occasione.
I surrealisti mi fanno pensare spesso a quel tizio che scoreggia pensando d’aver cacato; voi mi direte che è meno tragico di chi caca pensando di scoreggiare; eppure…
Proletari di tutto il mondo, non ho nessun consiglio da darvi.
Il mondo in cui viviamo è troppo schifoso per essere il peggiore dei mondi possibili.
Non bisogna uccidere i bambini, non ne vale la pena.
Va così male che dev’esserci un Dio.
Su mille persone che professano una religione, novecentosessantotto lo fanno per ragioni ignobili o sciocche. Le altre trentadue, lo stesso.
In trent’anni la medicina ha fatto progressi terribili.
L’uomo di sinistra è una canaglia che crede alla virtù dei suoi simili.
Le rivoluzioni non farebbero fiasco se i rivoluzionari fossero allegri.
I disegni di Dio sono impenetrabili. A lui per primo.
Ho una fede incrollabile in non so cosa.
Capita che siano le orecchie ad avere muri.
L’essenziale, in materia pittorica, è la bella donna nuda che serve da modella.
Il gigante e il genio annoiano, le dita sono coltelli pieghevoli, «male» è più carino di «bene», bruttezza è peccato, sii giusto verso te stesso, Brigitte Bardot è come dire Arthur Rimbaud, la stupidità è un crimine, la poesia da due soldi della neve, «bello» è più carino di «laido», non c’è problema né soluzione, ciucciarsi la fava (se così si può dire), preferisco vivere come il fiore e non come il giardiniere, l’occhio dell’ano casca alla nascita.
Quando nacqui, già mi cascavano le braccia.
La modernizzazione: chi vuole annegare il proprio cane sostiene che ha le pulci.
«Pisciami nel culo! Pisciami nel culo!» chiedeva al marito la notte delle nozze la giovane sposa alla quale avevano spiegato le cose o troppo male o troppo bene.
La sottana del prete non è un dettaglio.
Ad ogni passo l’avvenire inciampa.
La democrazia è la più perfida invenzione dei suoi nemici.
Il leopardo porta la sua pelliccia con più grazia dell’essere umano.
L’uomo di fronte al cosmo è simile all’uomo davanti al vespasiano: pronto a tutto per entrarvi.
Mes Inscriptions II, 1945-1963. Traduz. di Carmine Mangone.
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Che sciupìo di punti esclamativi! 🙂
Fa tanta impressione il caro Scutenaire?
oh yes!