Nessuno può decidersi seriamente contro le
tante stronzatine dell’amore,
a meno che
non sia stato sconfitto dalla vita.
Entrate in voi stessi
e sfasciate tutto.
Bisogna saper imbastire una relazione tra
la noncuranza e l’entusiasmo.
Non sentite forse il bisogno di un filo,
di una necessità concettuale da sbavare tra le
pagine bianche?
Sussurrate le intimazioni del corpo alle
stelle che hanno smesso di danzare.
Nessuno sollecita una nuova origine,
se non è passato per tutta la merda logica del
dubbio.
*
Mai stato ignaro di dover divenire me stesso
per poi spezzarmi come pane.
Ciò che mi colpì in te,
donna e stazione della mia imprudenza,
fu l’attenzione verso i
fatti invisibili e nondimeno facili della nostra potenza,
la tua cara abilità a spiccare il giorno come
una melagrana matura.
Le fissure del frutto,
le dita impudenti,
il talento del fuoco e
questa flebile parola,
questa piccola parola che si nasconde sotto il cuscino
per non contrariare la tenerezza dell’opera.
9 febbraio 2014. Foto di Ken-ichi Murata.
Bravo, ché invece c’è chi incontra e vive tutto questo, ma poi – non riuscendo a sostenere il dubbio e la vertigine che ne derivano – comincia a elaborare strategie perverse per tenere sotto controllo l’altra persona e ciò ch’egli stesso prova, riproponendo situazioni di violenza e dominio, e facendo di tutto per uccidere chi glie l’ha fatto vivere. Continuando intanto a dichiararsi anarchico e libertario – mentre non è libero neanche nella sua mente.
Perdonami la formula un po’ peregrina, ma io non credo che possa esistere una libertà davvero libera, soprattutto sul piano affettivo (o, molto più generalmente, relazionale). Anzi, la libertà, come puoi ben capire, nasce da una gestione più o meno armonica delle mediazioni sociali. Non a caso, dopo le tante fesserie collezionate nella mia vita e grazie ad un minimo di riflessione teorica, io preferisco parlare e occuparmi delle unicità, delle singolarità che sono in capo ai viventi, e all’autonomia che possono ritagliarsi rispetto a quelle mediazioni cui mi riferivo sopra. Non ci vuole molto a capire che il connubio unicità + autonomia ti porta da un’altra parte, pur restando (o tornando perentoriamente) nel flusso delle esperienze tra viventi.
Detto questo, negli ultimi secoli, ci siamo complicati molto la vita e le relazioni, e forse sarebbero il caso di “potare” un bel po’ di cose dentro il dominio degli affetti, tenendo però presente che la potatura è comunque dentro una qualche forma di domesticazione (con tutti i pro e i contro del caso).
Discorso lungo e forse noioso, e che ho per altro già affrontato in diversi testi che trovi su questo blog.