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Mail art call

VIOLENCE / VIOLENZA

Deadline: 31st May 2014 / Scadenza: 31 maggio 2014

No size limit. Free technique. / Nessun limite di misura. Tecnica libera.

No returns. Following the exhibition, documentation will be sent to all participants. / I materiali inviati non si restituiscono. Una documentazione della mostra sarà inviata ad ogni partecipante.

For more infos: / Per maggiori informazioni: violence_mailart@subvertising.org



L’arte postale (in inglese: mail art) è un movimento diffuso e internazionale che si basa sul superamento delle strutture istituzionali di creazione e fruizione dell’arte – “mestiere”, gallerie, critica, ecc. –, sullo scambio diretto e gratuito di qualsivoglia prodotto della creatività umana e sull’uso precipuo del sistema postale.
La mail art nasce sostanzialmente con lo sviluppo dei servizi postali moderni. Ma è con le avanguardie storiche (Futurismo e Dada in primis) che si ha un incremento della corrispondenza creativa, benché questa rimanga ancora appannaggio degli addetti ai lavori. Bisognerà infatti attendere gli anni ’60 del secolo scorso perché l’arte postale, sulla spinta di Fluxus e di alcune individualità come Ray Johnson, diventi un fitto intreccio di relazioni – un network – fra una moltitudine di artisti più o meno improvvisati.
Nell’ambito dell’arte postale, l’interazione tra i diversi operatori, che si manifesta principalmente con lo scambio gratuito, orizzontale e senza necessaria contropartita delle più svariate creazioni dell’ingegno umano, è quasi più importante dello stesso momento creativo. Distanti anni luce dall’Accademia, dalle Biennali e soprattutto dalla specializzazione e dal ruolo degli artisti professionisti, i partecipanti ad un progetto di mail art si pongono fra loro senza regole fisse né esclusività, utilizzando qualsiasi tecnica espressiva (collages, fotografie, disegni, francobolli autoprodotti, timbri d’artista, interventi grafici su buste, ecc.) ed aprendo liberamente e senza preclusioni il progetto stesso a chiunque altro.
Per tacita convenzione, non esistono quindi artisti postali la cui figura è preminente rispetto ad altri, né sarebbero accettabili fenomeni di riduzione museale o di regolamentazione delle loro attività.
Esistono comunque delle regole non scritte, accettate universalmente da tutti i mailartisti, le quali restano a fondamento della pratica artistica postale: nessuno scambio mercantile o monetizzato; nessun pregiudizio estetico; i lavori restano in possesso di chi li riceve (che li accetta tutti, utilizzandoli come meglio crede); copia dell’eventuale documentazione – anch’essa gratuita – viene inviata a tutti i partecipanti.
Lo sviluppo esponenziale delle nuove tecnologie informatiche e delle reti digitali ha finito per trasporre una parte delle relazioni mailartistiche in un ambito d’intervento decisamente diverso (e spesso “immateriale”), senza sopraffare però le vecchie tecniche analogiche – ferma restando, in ogni modo, la prassi libertaria e non-mercantile che ha caratterizzato da sempre il mondo della mail art.



Le illustrazioni del post riproducono alcune opere provenienti dal mio archivio personale e che sono frutto del project di mail art: Arthur Rimbaud et sa parade sauvage. Raccolsi i materiali “rimbaldiani” nel 1998 e li organizzai in un’esposizione pubblica che si tenne presso la libreria fiorentina City Lights Italia (21 febbraio-7 marzo ’98).