Tag
alchimie (del verbo), capitozzature, Donatella Vitiello, Filippo Pretolani, gallizio, poémes en français
Da qualche mese ho iniziato a scrivere versi direttamente in francese, un po’ per gioco, un po’ perché incitato a farlo da due amici d’Oltralpe.
In un primo momento, avevo pensato di creare un altro spazio web (ad es. un Tumblr) per raccogliere i miei testi in francese. Poi, ho deciso di pubblicarli qui, in un modo che fosse però stimolante, “allargato”, open, giocando a mosca cieca con le parole e con il senso più o meno comune delle stesse.
Pur riservandomene la traduzione “letterale” in italiano, ho deciso quindi di affidare ad altri il compito di trasformare i miei scritti in versioni azzardate, avventurose, surreali, in modo da costruire una fedeltà al testo e ai suoi riverberi su un piano diverso, fatto più di consonanze emotive e meno di aderenza agli schemi grammaticali e semantici acquisiti.
Per dare inizio alle danze, mi son permesso di invitare Filippo Pretolani (aka gallizio) e Donatella Vitiello. Il primo, si lancia in un’avventata e bella traslazione quasi lettrista, saltabeccando tra assonanze e improvvisi squarci di senso, come una sorta di po(r)tatore sano di parola – di una parola sempre al termine della notte. La seconda, invece, infittisce la lettera e le letture del possibile senso (e dei passabili sensi) innestando dentro il flusso delle intenzioni dei passaggi anche in inglese.
P.S.: il termine italiano “capitozzo”, in arboricoltura, indica una radicale potatura del fusto. A differenza del francese volis, che significa letteralmente “cima d’albero abbattuta dal vento”, implica quindi un deliberato intervento umano, con tutte le implicazioni blandamente politiche del caso. Altra cosa: i due autori convocati, che han redatto in separata sede i proprî interventi, finiscono entrambi per usare o abusare curiosamente del termine “voce” (si veda il falso refuso vice – vizio della forma e di ogni forma? – o l’inglese voice).
* * * * *
Carmine Mangone
J’écris en français mon nouveau alphabet
comme un analphabète qu’enfante
une petite alpha bête.
La continuité de ma voix
sera dans le même esprit de l’écart.
Je me vois,
présence émondée,
en écrivant tous les volis
et pas les racines.
22-23 décembre 2013
* * * * *
Filippo Pretolani (gallizio)
Sbriciolo in francese il mio nuovo alfabeto
l’infanta tradita
una piccola alfa idiota
La mia vice è un continuo spirato,
senno miniato nel mio sesso di carta
me ne vado,
presenza-mondo,
la mia scrittura un solo capitozzo,
e un volo non mette radici
[ la mia vice / la mia voce.
Spirato allude all’ispirazione mondata della “i”,
forse un’eco della capitozzatura della stanza successiva.
A non piacermi è quel sesso di carta.
La carta soprattutto. Serve un sesso nativo digitale. ]
* * * * *
Donatella Vitiello
Facciamo un pastiche in una lingua bestiale. Pluralizziamo il distacco dalla carta, ammettendo la catastrofe di ogni possibile scrittura dell’intenzione.
[Segue balbettio informale].
We are the beasts
inscribed in the circle of your belly
We divour the language of chitchat
We are the spirits who inhabit the paper
and your voice
[Sorpreso afferrato alle caviglie prima che attecchissero al suolo del già detto. Cancellata ogni ragione al di fuori del cielo. Guardatelo galleggia alta la sola sua intenzione].
Now it starts flying.
bellissimo. dona, mi piace molto come scrivi in inglese..
“We divour the language of chitchat” .. geniale.
provo una mia trasduzione volante, per gioco.
grido in francese il mio nuovo alfabeto
come un’ analfabeta che gioca,
una piccola alfa-bestia
la continuità della mia voce sarà
nello stesso campo elettromagnetico di Eckhart
così mi vedo
presenza immonda
mentre scrivo su ogni foglia
il senza radici