Il sesso senza fine va a letto con la lingua ortodossa. Poesie di Joyce Mansor e di Benjamin Péret, a cura di Carmine Mangone, edizioni [dia*foria / Cinquemarzo, dicembre 2017, 132 pp., euro 14.
Il volume in questione antologizza alcune poesie, prevalentemente a carattere amoroso, dei surrealisti Joyce Mansour e Benjamin Péret. Tra gli scritti inclusi nel libro, con testo originale a fronte, si ricordano le versioni integrali della raccolta Je sublime di Péret e del poemetto Le Grand jamais di Mansour. L’edizione, impaginata in modo singolare (i due autori si leggono infatti in uno dei diversi sensi possibili di lettura), è completata da tre miei brevi saggi.
Chi fosse interessato all’acquisto dell’opera, può contattare l’editore o il sottoscritto. Grazie.
Caro Benjamin,
mi preme rivolgermi a te di persona per dirti l’effetto che mi hai fatto. Leggerti è stato mille voli in uno solo, la visione di almeno dieci tramonti da dieci posti diversi della Terra, il tumulto che si nasconde nell’alba, il cuore che battendo all’impazzata immobilizza. Quante immagini hai costruito per me?! E non parlando d’amore, d’amore t’inebriavi. Sai farti ricordare, questo è, come la Mansour.
Cara Joyce, rimasta in quell’angolino del cuore direttamente comunicante con il centro stesso del desiderio. DESIDERIO, pardon e non parlo di quello meramente erotico (non solo), ma quello che muove l’individuo, che gli fa sgranare gli occhi sul dentro e sul fuori, che gli fa tentare un diverso se stesso, rinnovato ogni volta.
Joyce cara, tu sai. Tu sai essere donna-nel-mondo, te stessa insomma. E anche se i tuoi tempi sono passati, le donne, gli esseri umani ci sono ancora, ancora possono desiderare ciò che li rende tali, che li fa sentire proprio come vogliono, come devono essere. Tra parole e sogni eccola lì, la realtà.
Il bello della contemporaneità è che puoi pensarne e scriverne.
Ci sono libri che consideri strani, oltre che per il contenuto, anche per forma, colore, impaginazione.
Questo è uno di quelli, complimenti all’editore.
Due autori, due copertine, un titolo per due, un unico autore, tre suoi scritti, due dedicati alla persona ‘Mansour’ (la mia preferita) e Péret.
Tre suoi scritti? E il terzo lo trovi dove meno te lo aspetteresti, in mezzo praticamente, dopo che hai girato e rivoltato in su e in giù questo libro, leggendolo e giocandoci, in un girotondo di parole, poeti, immagini e grida e piacere urlato e la luna che bussa alle ombre, omaggiando l’inchiostro.
Farnetico.
Al centro del libro, 65 pagine di qua e 57 di là, pare che l’autore voglia tirare le fila, ma non è così.
Dopo l’entusiastico parlare dei due autori, dopo il religioso silenzio della loro Poesia, dopo esserti perso tu stesso ecco riassunta una visione del mondo, di tutti e tre, chiara e breve come la sensazione d’incompiuto che hai provato, come la tenera critica che hai letto, come i limiti e i confini cercati e superati.
Pagina 72: “I surrealisti volevano realizzare l’amore riducendovi l’arte e la poesia – ci hanno provato con coraggio, arguzia e protervia -, ma in realtà hanno finito per ridurre l’amore ad una dinamica riformista delle arti. Senza la rivoluzione sociale, l’amore non è stato rivoluzionario. La realizzazione dell’amore può avvenire semmai solo creando un territorio affettivo in cui le insufficienze della società siano abolite dal divenire dei momenti amorosi.”
E’ coraggioso l’autore, per se stesso, ‘proterviamente coraggioso’ direbbe lui.
Ed io?
Ascoltare è per me un piacere, leggere lo è di più ed ho un ‘posto felice’ per farlo, ciascuno di voi lo ha e nessuno lo svelerà mai: è un ‘posto mentale’ oltre che fisico dove può accadere di ‘incontrare’ Joyce, Benjamin e Carmine.
https://www.goodreads.com/book/show/38742105-il-sesso-senza-fine-va-a-letto-con-la-lingua-ortodossa
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Scusami non avevo letto dei saggi… sono piuttosto interessata, ci risentiamo dopo le feste 🙂
Sì, è un volume che raccoglie traduzioni (con testo a fronte) e tre miei brevi scritti che fungono da accompagnamento alla lettura, uno su Mansour, uno su Péret e uno sull’amore surrealista. 😉 P.S.: impaginazione davvero integrante, l’editore ha fatto un eccellente lavoro.
Di Joice Mansour ho l’intera raccolta, in originale ovviamente, sono molto interessata all’arte e alla poesia surrealista… quindi non può che incuriosirmi il tuo contributo. Anche perché in Italia e proprio dai poeti e critici odierni è spesso dimenticato l’importante contributo dato da questa corrente artistica rivoluzionaria.
Io mi sono occupato di surrealisti soprattutto negli anni Novanta, traducendo ad esempio Benjamin Péret e curando un bel volume sulla sua opera nel 2001. Poi ho tradotto Mansour, una raccolta di poesia automatica scritta collettivamente da Breton, Eluard e Char, nonché tante altre cose sparse (cfr. gli ebook per la Maldoror Press). Il surrealismo è stata per me una tappa essenziale e ne affronto la démarche (anche in modo critico) nel mio recente lavoro su Lautréamont/Ducasse.
Complimenti per l’impegno e i lavori. Io negli anni ho spesso cercato traduzioni della monsour ma a parte la scarsità, le poche cose trovatr erano irreperibili. È un piacere sapere che c’è invece tanto materiale a disposizione 🙂
Grazie, Gilda. Purtroppo non ho più molto tempo e agio per le traduzioni, ma conto di affrontare seriamente nel corso del 2018 il cileno Nicanor Parra e la greca Katerina Gogou. Vediamo cosa mi riesce di fare. A presto, un caro saluto.
Wow Parra e la Gogou… conosco entrambi, e spero tu riesco nell’impresa 🙂
Sì tratta di testi critici o di una raccolta di traduzioni?