Tag

Alcuni estratti dal mio Vieni: tumulto carezza (stella*nera, 2019). L’opera che impreziosisce il post è di Sarah Anne Johnson (Wonderlust, 1)

 

Sarah-Anne-Johnson_Wonderlust_01

 

Verrà il giorno in cui chiederò asilo poetico ai tuoi sorrisi. Quel giorno, mi siederò accanto a te e non avrò più alcuna paura di morire. Il vento farà battere forte l’imposta del cuore, ma noi ce ne staremo accanto al fuoco e ci racconteremo fiabe in cui i lupi mangiano prìncipi e principesse di ogni colore sbattendosene allegramente della tradizione e delle stronzate farcite.

*

Mi è sempre parsa stupenda la questione che si poneva André Breton nell’incipit di Nadja: “Qui je hante?”.
Ossia: chi strego? In chi perseguo me stesso? Quale pensiero infesto? Con quali menti faccio festa? Chi è che farà la festa alla mia mente insieme a me?

*

Insistere in questo gioco: la scrittura, il respiro, il continuare a versare acqua nel deserto. Godere dell’intervallo, di quel momento in cui il rivolo d’acqua irride ottusamente la sabbia che sta per inghiottirlo.

*

Vorrei creare uno scrigno di parole solo per i tuoi occhi, le tue labbra, i tuoi seni, il tuo sesso: un monolite di parole più incandescente del Sole e più bello di mille pompini.
Poter dire la rabbia dei fiori, l’incendio della tua bocca intorno al mio cazzo, la filosofia erotica del muschio, il nero che circonda le comete, l’assedio del latte lungo il tuo corpo, la sostanza abissale della semplicità, il primo bacio, il prossimo bacio, il dubbio che muore fra le tue cosce, i sofismi che volteggiano all’altezza dei tuoi seni, la fine, l’origine, le stelle.