L’aria selvatica,
il tuo ventre affamato,
il fango dei sogni.
Nessuna economia ti sarà data:
prendimi nel tuo mondo,
fa’ di me il tuo straripare,
rubami alle parole esose,
e apriti all’ironia del mio cazzo,
al cinguettio del tuo sesso,
alla fragorosa risata del tuo cuore.
Sottraggo alla morte
la vista del nostro mondo.
Più nessuno dovrà meritare la cenere.
Il tuo sesso filosofico lascia un’orma sulla mia vita
e commuove tutti gli angoli della poesia.
Gli occhi non si barricano dietro le
visioni incerte.
La mia nuda voce ti sporca di stelle,
ti intima il vento,
ti radica fra le parole senza nuvole.
E neanche i sotterfugi dei rampicanti potranno più niente
contro lo smantellamento della morte.

 

Sera del 7 luglio 2018. [Illustrazione: Tano Motisi].