A mio nonno
La loro pace non era mai stata la sua pace. Troppe pietre in lui per sentirsi leggero. Allo stesso modo, la guerra che si preannunciava non sarebbe mai stata la sua guerra.
Come diavolo si poteva pretendere che lui combattesse per una patria che non era il suo uliveto? Per quale motivo lo si doveva strappare ai suoi animali e alle sue albe faticose, se questo non gli permetteva di migliorare la vita dei propri figli?
Emilio prese una decisione. Il tempo era poco e bisognava sbrigarsi. Le giornate si accavallavano ormai come ventate improvvise. Doveva chiudere al più presto la porta in faccia alla paura e andare fino in fondo al suo proposito. L’idea c’era. Certo, a tratti gli sembrava una pensata troppo pericolosa. Vi restava legato infatti un bel margine di rischio. Ma purtroppo non aveva idee migliori e non c’era quasi più tempo per escogitare altro. Sarebbe dovuto partire per il fronte di lì a poco. La guerra non attendeva.
Da alcuni giorni, Emilio pensava a come sistemare il fucile, a come piazzarlo nel modo giusto evitando di spararsi una rosa di pallini in faccia. Non era facile. Anzi, diciamo pure che gli sembrava davvero un’impresa. Con quella vecchia arma poi! La cosa più complicata era tirare il grilletto limitandosi a centrare l’unico vero obiettivo: il dito medio della mano destra.
Avesse avuto almeno un revolver, l’operazione sarebbe stata molto più semplice, ma con un fucile da caccia, non volendo coinvolgere nella faccenda nessun altro, tutto si faceva macchinoso, azzardato…
La presa sulle cose. La sicurezza nell’afferrare le cose, gli attrezzi. Tu dici: che vuoi che sia un dito in meno? L’anulare della mano sinistra, il medio di quella destra… E invece no! Un dito in meno ti toglie qualcosa nell’afferrare il mondo e ti leva qualcosa anche dalla testa, dagli occhi. Improvvisamente, non c’è più quel numero che pareva perfetto, normale, e ti tocca spostare la tua idea di perfezione su un numero diverso, più piccolo. Certo, afferri pur sempre le cose – hai risparmiato pollice e indice di ambo le mani proprio per non avere grossi problemi –, però ti rimarrà attaccata quest’assenza per tutta la vita.
A volte, ti capiterà di svegliarti cercando il pezzo mancante, e una delle tue mani, puntualmente, ti ricorderà che hai dato via un pezzo di te per non mettere a repentaglio tutto. Il dito in meno, con quel suo moncherino nodoso, verrà a sottolineare ogni volta la vita che hai scelto e che non ha mai tradito arando i campi o bruciando le stoppie.
Laureana Cilento, 2017 (rielaborazione: 30 aprile 2019).
La foto ha a che fare con un piccolo fatto di cronaca avvenuto in un villaggio turco e risalente a qualche anno fa: l’ottantatreenne Ali Meşe tiene stretto al petto un gattino dopo l’incendio della sua casa.