In ruina di vaghe dilettazioni,
me ne vo a contar favella
de lo sangue mio sconcio.
Slegarti a me,
avvolgerti nell’infinito limbo del desìo,
tenerti sul bordo, sul fatto,
sulla disdetta via del bagatto.
Fica di radice e occhi d’alba,
eresia d’acqua,
conturbanza che move l’innecessario e l’ottuso.
Poiché l’atto poetico ha per sostanza
questo fluire della materia, posto però
nella determinanza del mio,
abbraccio il guizzo vitale e ne faccio
ostensione, erezione, ben versazione.
Che poi,
la carne mia ingenera comete,
se mi scervelli d’incanto.
8 giugno 2019. Fotografia: Bob Jones.