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Come un cammino di ronda lungo le mura d’improvvisi silenzi, scrivo per qualcuno che non conosco e che diverrà l’amico segreto delle mie improntitudini. Ambisco alla sua lealtà, non certo alla sua devozione.

Non siamo più abituati al conforto. Diventiamo estranei anche alla nostra stessa morte. (Chi sono io per voler restare sulla soglia di una gioiosa frode nei confronti della sorte?). Bisogna devirtualizzare i rapporti tra i viventi, tornare a toccarsi, mettere in comune i confini del proprio corpo.

 

L’ho voluta in tutti i miei pensieri.
L’ho sentita parlare alla terra, alle nuvole.
Ho protetto la nostra gioia dai piccoli concetti del tempo.
Le ho dato una mano per farmi attraversare la distanza che ci divide.
L’ho persa, l’ho ritrovata,
alcune mie parole si sono barricate in suo nome,
ma nessuno,
nessuno mai potrà nasconderci il sole, la morte,
neanche Dio, neanche l’ignoto.

 

Laureana Cilento, 13-14 giugno 2019. Foto: Laura Makabresku.