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Cucino spaghetti. Mantengo piene le ciotole dei gatti. Sorrido al vento. E ogni momento possiede il mio corpo.

Quando l’estate conterà gli spifferi e i libri vivi, saremo ancora in tempo per il colore delle ultime farfalle.

Mentre saluto l’alba con un caffè, il grido della poiana dà il buongiorno a tutta la valle e mi ricorda che dovrò spostare le pietre dal sentiero.

Ho lasciato le scarpe da lavoro dietro la porta. Sono stanco. L’attesa della felicità non m’interessa più. Tenace come un nodo del legno, mi lascio sfiorare dalla linfa e affatico anche il filo dell’accetta.

La parola amore è una scatola che può contenere molte cose, ma l’amore non prende necessariamente la forma del contenitore.
La rugiada scende copiosa. I libri si accatastano sul tavolo e mi fanno compagnia insieme al fuoco. Stasera sento fame e provo compassione anche per le stelle. Il crollo nell’ala in rovina del casolare non ha per nulla dissuaso il barbagianni.

 

21-23 gennaio 2020. Fotografie di Katerina Plotnikova.

 

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