Ostinazione del sovversivo: abituarsi a praticare la gioia per non assuefarsi alla sua mancanza socialmente determinata.
La mancanza è il dispositivo detonante del pensiero, ma anche il suo terrore, il suo crepacuore.
La gioia non è qualcosa da pensare. Nasce infatti nell’irruzione e dall’immediatezza di una materia condivisa: abbraccio, elusione della distanza, andirivieni critico e senza noncuranza di ciò che ci lega alla pietra, al muschio.
Tradendo il Nord e l’erezione del pensiero, scongiuriamo la superficie dei propositi e valichiamo la sorte, il confine.
Palmo a palmo, il sorriso si sottrae al giudizio e prepara l’avvento dell’origine.
Fuor di metafora, i fili d’erba che mi curo di non calpestare sono parte di un impossibile che non ci avrà.
Il tuo corpo mi attira in uno spazio aperto dove ti amo contro l’impensabile evadendo da ogni mia poesia.
Amicizia verso il mondo è trepidare per un gatto che non rincasa da giorni. Socchiudere ogni tanto la porta e scoprire che la speranza ha un corpo sempre più freddo e razionale.
Laureana Cilento, undici febbraio MMXX. illustrazione: Muhammed Salah.