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KamilVojnar02

 

Protervia poetica: entrare in consonanza, almeno a sprazzi, col divenire incolpevole della materia vivente.

Non ho mai adattato la mia idea di poesia ai limiti del pensiero che mi andava stregando. Son sempre stato come un Adamo cocciutamente ironico che piantasse svariati meleti anche solo per fare un dispetto a Dio.

La natura trova se stessa già determinata e accoglie tutti i territori, tutti i respiri. Noi umani invece dobbiamo trovare una nostra determinazione, pensarla a detrimento della morte che ci accade e sottrarla al tutto, alla totalità, pur restando sempre nostalgici dell’intero e delle sue pensabili (e ardue) ricomposizioni.

Sopra di me, la tua fioritura immane.
Sopra di me, il nostro cielo lucido e pieno di dèi che si accoppiano andando in culo a tutte le nostre morti ingenue.

In quanto sapere, la nostra erotica è alle prese con le forme vuote che derivano dall’aver perso la ragione prendendoci.
Ciò che i nostri corpi non capiscono evita però di neutralizzare il sapere. In tal modo, noi possiamo portare la nostra amicizia anche verso quel tumulto che non ci conosce e che noi giungiamo a disconoscere (a lasciare evaso) per continuare ad aprire varchi di luce nella notte della nostra intelligenza.

Ti sei mai chiesta perché amiamo questa forza carnale che si confina criticamente in un corpo di foglie, di parole, di venti, e che ci ostiniamo a chiamare poesia? In fondo, che cosa ce ne viene se non la determinazione di uno smacco ricorrente? Possiamo mai accontentarci di una vittoria di Pirro dentro il nostro incessante amplesso coi nomi?
Morire mentre mi tieni in bocca non è la risposta.
D’altronde, sopravvivere all’acme della stretta erotica desertifica la puerile familiarità che presumo d’avere rispetto alla nostra mancanza di ragioni.
E allora? Dove nasce la moltitudine di forze che sposa affettuosamente l’ignoto e l’impossibile alla raccolta ossificata delle nostre conoscenze e all’anarchia dei sensi?

Scavare sotto il pensiero per trovare l’acqua.
Chiamarti per nome fino a dimenticarlo.
Suggerire all’insonne le nostre albe migliori.
Non chiederti più del come si viva all’esterno dei nostri abbracci.

Laureana Cilento, 18-19 marzo 2022. Opera: Kamil Vojnar.