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Eppure, al netto dell’amore, tu sei come mille fiori d’ulivo e la mia poesia può solo farti ombra.
Il percorso dell’affetto (ossia: delle nostre radici che comunicano) deve andare dal cuore all’intelligenza e dall’intelligenza allo spalancamento.
Aperta e beante, sei la mia interrogazione senza fine, il mio cruccio pieno di sperma, la mia sibilla lucana stuprata dalla poesia.
(lo stupro fu la conquista del silenzio, l’esposizione definitiva alle parole da seppellire).

Piccola grande gioia del giorno: scoprire che le cinciarelle son tornate a nidificare in una crepa del muro sopra la finestra del bagno dopo oltre un anno d’assenza.
Uccellini deliziosi. I loro trilli mattutini mi mettono di buonumore perché accolgono la luce del giorno senza far caso alle mie più buie interrogazioni. I loro versi sono il Witz di una natura che mai potrà prendere sul serio la mia claudicante volontà di poesia, né tanto meno i sotterfugi patetici di una malferma umanità.

La tua voce-erba,
il tuo sesso-voce,
l’ingenua ricerca d’un senso quando tutto fiorisce
e nel mezzo (che non è la metà d’un mondo,
bensì la trepidazione assoluta d’un pistillo),
l’augurante ascesa delle mie parole lungo il tuo corpo nudo.
Miniatura di carne / mosaico di lampi / vociante
sottobosco della fame che ho di te.

Vèstiti di conoscenza, annuncia l’infortunio dell’amore e fa’ che il tuo fiume coli dolce in bocca alla primavera!
I lupi dell’insorto hanno sete. Vengono da molto lontano. Nessun cane da pastore può spaventarli.

Laureana Cilento, 20-22 marzo 2022. Illustrazione: Aykut Aydogdu.