Se arrivo a pensare che un albero possa sentirsi ferito da un nido, è perché sono stanco, sono solo molto stanco.
Ho bisogno di tornare alla notte in cui esplosero i primi semi. Ho bisogno che un germoglio di donna venga a stregarmi dopo l’ultima potatura. Non voglio darla vinta alla poesia che sbiadisce. Non c’è più tempo per le stronzate.

L’affetto è la relazione grazie alla quale io sfuggo al perimetro del mio pensarmi e che può affermarsi concretamente solo nel regno di una compiutezza, di una com-unicità.
Soltanto nell’unione rispettosa dei godimenti, noi riusciamo a pensarci gioiosamente.
Nell’affetto, gli elementi riproduttivi della mente riconoscono una congiunzione e si lasciano possedere dalla materia del possibile comune.

La macelleria dell’amore non è mai stata e mai sarà nei corpi che si chiavano senza speranza, bensì nell’appigliarsi patetico e ciarliero alla decadenza dei loro incastri.

Se tu mi limitassi a interrogare unicamente il tuo sesso, so per certo che l’avvenire della tenerezza sarebbe l’accantonamento di qualsivoglia interrogazione.

Laureana Cilento, 5-7 aprile 2022. Immagine presa dal web.