Tag

, , , ,

 

a Silvia Fera

 

Labbra turgide
Un impulso selvaggio
Sei tutto dentro

S. F.

 

E ora? Come si fa a tener dentro i loro nomi tutte quelle cose che stanno perdendo i propri contorni nel tentativo d’arginare la nostra piena? Dove potremo ritrovarci – insieme – senza perdere contatto coi nostri limiti, con la critica costituita dai nostri corpi mortali?
Io ti voglio, ma mi tengo ancora stretto all’attesa, come se questa fosse una zattera, un relitto di nave cui aggrapparmi prima di giungere su un’isola lussureggiante, spaventosa. Ne intravedo già le rive e sento il mio legno sciogliersi, diventare solubile e lasciarmi in balìa del mare che sei.
Allora, morto per morto, fatti adorare, annusare, perpetrare! Colonizza il mio desiderio e lecca ogni mio pensiero. Voglio stelle ficcate sotto le unghie, obblighi da disertare, corpi di Silvia Fera da scalare. Che cosa me ne faccio del mio sangue più duro, se tu non accoltelli a morte, con la tua lingua, ogni più stupida poesia d’amore?
Dobbiamo dare un nuovo corpo, una nuova carne – e una potenza gentile – a ciò che ci ostiniamo a chiamare poesia. Dobbiamo varcare l’ovvio e comprendere quale possa essere la strada senza maestri capace di condurci a un noi folgorante e a una soddisfazione propriamente nostra; senza subordinarci, però, nello sviluppo di una simile prospettiva, a una qualche legittimazione sociale o tardoromantica dell’affetto.

Pomeriggio di settembre. Cielo terso, aria frizzante. Mi distolgo per un attimo dai miei pensieri e mi lascio attraversare dagli elementi. La luce dorata del tramonto assopisce le visioni interiori e le trasforma in una pura adiacenza alle cose che mi circondano. Vedo il mondo e respiro con la contentezza d’esser vivo insieme agli ulivi, al vento, ai gatti. Per lunghi attimi, non sento più il bisogno di tastarmi coi pensieri. Sono tutt’uno con la grana infinita del divenire e non mi provo neanche più a rubare un segmento di senso al flusso senza scadenza della materia. Gli ulivi non hanno paura. Il vento non ha paura. Io stesso non ho più alcun timore di ciò che verrà. La presenza di ogni cosa galleggia lungo i bordi del giorno e ne richiama infinite altre. Neanche la notte cancellerà il sorriso dell’eventuale.

 

20-23 settembre 2022. Opera: Anna Malina.