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Annuncio con piacere la pubblicazione del libro fotografico We always return di Nella Tarantino curato da GT Art Photo Agency (Edizione EBS Print). Sviluppata attraverso una sequenza incalzante di immagini intense e delicate, realizzate rigorosamente in bianco e nero, l’opera raccoglie una curata selezione della produzione fotografica dell’autrice e compone una retrospettiva significativa del suo lavoro di anni e della sua personale poetica.
Il libro può essere acquistato rivolgendosi all’autrice (email: nella.tarantino.nt@gmail.com)

INFO sull’opera:
Libro fotografico | 150 pagine
91 Fotografie in bianco e nero
Testi di Giusy Tigano, Giuseppe Cicozzetti, Carmine Mangone | Nella Tarantino, Antonio M. Cuono
Impaginazione e grafica: Kate Chung
Casa Editrice EBS Print, 2022 | Prezzo Euro 28,00

Di seguito un estratto dalla mia breve nota introduttiva.

NellaTarantinoGoteborg

(…) Alcune opere della Tarantino possono ricordare i quadri di Georges de La Tour: i volti, i corpi, le figure sembrano nascere da una lotta accorata contro l’abisso nero dei fondali e tendono a ricostruire una familiarità, un tentativo di fiducia non solo in rapporto alla luce, e quindi alle possibilità di chiarificazione del mondo, ma anche in rapporto alla notte e alle sue interrogazioni disturbanti, proterve, «misteriche». È come se le foto di We always return costruissero affioramenti e rivestissero d’un nuovo nero le emergenze della notte. Vien tentata una ricognizione dell’incanto ancora possibile e, al tempo stesso, si è tentati affettuosamente dall’incanto della ricerca.
Le opere di Nella hanno a che fare però più col sublime e meno con la sensazione del bello. Non implicano un’estetizzazione patinata di questo o quel dettaglio, di questo o quel paesaggio mentale, urbano, marino, bensì un attraversamento, un’assunzione del divenire; si direbbe quasi che evochino un passaggio di stato, un com-movimento tra gli elementi della visione, e che, in questo loro farsi soglia e segnavia, imprestino un abito di tenerezza alla nudità dell’indicibile.
Ecco. La notte che non è mai del tutto tenebra. Lo stupore o la beata noncuranza dei bambini. I luoghi deserti e nondimeno pieni di voci. Lo scatto che non si vuole come fissazione. I cavalli del divenire alla ricerca del loro Nietzsche. Gli sfondi che si rivelano acqua nera, placenta che evade dal significante, dal torbido culturale del significante, e che dà alla luce la semplicità bambinesca e temibile della meraviglia. (…)

CARMINE MANGONE

 

NellaTarantino01

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