[Estratti da: Carmine Mangone, Così perdutamente umani, Nautilus, 2010. La foto è presa dal web.]
Questo strapotere della morte che si sfalda intorno alla violenza d’un bacio. – Ho sognato le tue labbra e mi si è infranta la notte.
Oggi, solo con una pistola o un bacio si possono fare dei capolavori. – Coniugare poesia e teppismo.
La tua bocca, ah la tua bocca!, miniera di soprassalti e onde d’incenso. Inciampare fra la tua lingua e la visione di labbra che mi serrano, mi baciano, mi amano col calore giusto per venirmi. La tua bocca fiore di ruscello, la tua bocca squartata dall’infinito del godimento, la tua bocca-fica, la tua bocca-lekythos, la tua bocca che governa il fuoco la terra l’acqua l’aria. – Ed io?… Io ho carezze a perdifiato per correggere il sangue. E un latte pazzo che calma la tua sete.
Mi è sempre piaciuto rubare la marmellata. E non nascondo certo gli occhi. Il morso che do al giorno, nonostante il grigio dei palazzi, mi ricorda che ti devo l’aria buona che respiro. Sono innamorato. Ho mille vampe sulla lingua. Torno a rubare parole alla mia stessa bocca.
Ho saldato insieme pezzi di bellezza. Ne è venuta fuori una nudità di pensiero che mi fa avere il mondo a fior di pelle senza subire più di tanto le intemperie del dubbio.
Accendete la luce. Ma senza spegnere il fuoco. Se vi riesce.
L’ha ribloggato su CIANURO EMOTIVO INCHIOSTRO D'ANIMA SINISTRA.
ci siete voi due in queste parole.
immensamente forti e profonde, ben oltre la carne.
La tua forza e’ nella lucidità.
Così estrema da confondersi quasi con assenza di lucidità.
Riesci a scoperchiare il vivere e sospingerlo verso l’esistere senza il minimo sforzo.
In quest’epoca in cui tutti vogliono essere Famosi, sei famoso per te stesso e questa e’ vittoria. Quella che scema nella morte, che vince senza ammazzarti.
Credimi, Mimì, a me basta padroneggiare almeno in parte ciò che posso considerare il mio destino.
La fama e le brame conseguenti le lascio volentieri a chi si perde nel finito.
Quanto alla lucidità…
Bisognerebbe prima capire cos’è.
Ironia nell’autogestire le proprie idiosincrasie? Rigore nel voler sguinzagliare la gioia attraverso gli sbarramenti anticarro del buonsenso? Compassione verso i papaveri che occhieggiano così sovranamente tra il grano verde pur resistendo pochi giorni?
Chissà. Tutto questo. E altro ancora.
Perché tu, scrittore, compagno della tua donna, pensatore con la testa lo vivi così. Io invece lo sento arrivare in modo diverso, probabilmente perché ho delle barriere che mi impediscono di assumerlo diversamente, con quella bellezza che è parte dell’Amore. Il mio è un grande limite, lo sfogo nell’unico modo che conosco, disegnando e anche li vado cercando vie di fuga e nascondigli.
Ognuno ha il suo modo, Simona. Il mio non è detto che possa andar bene per gli altri. Ogni umano si crea la sua strada – o s’intestardisce nel suo vicolo cieco.
Ci sono stati dei momenti, nella mia vita, in cui lo sbattere la testa contro il muro, in maniera ottusa, spesso deliberata, dava senso al mio tutto.
Dipende sempre da ciò che cerchi, da ciò che desideri.
Banalità di base, direi.
E’ una fortuna per tutte che tu sia tanto innamorato, se il risultato è in queste tue parole
è una sfortuna per tutte non avere qualcuno capace di parlare di noi in questo modo
di norma il genere maschile fatica a dire, tu sei una magnifica eccezione
grazie per il potenziale che esprimi, a nome di tutti gli altri (incapaci)
Ti posso assicurare che non sono affatto contento di certe mie manifestazioni caratteriali. Non sono perfetto, credimi. Sono poco incline alla tenerezza, ad esempio, molto duro con me stesso e con gli altri. Chi mi conosce personalmente sa quanto sia difficile talvolta interagire con me.
Detto questo, faccio del mio meglio per accettare i miei limiti e per non lasciare che mi frenino. E devo dire che una certa esperienza dell’amore mi aiuta molto in questa mia ricerca di un ritmo armonico nel vivere.
Sottolineo qui, en passant, la natura tipicamente maschile del mio pensiero. Ciò implica peraltro che io debba spesso tenere sotto controllo le asperità del mio essere (diciamo così) per evitare che il mio pensiero possa scadere in forme tendenzialmente “autoritarie” e quindi maschiliste. Non è mai facile, ahimè, pur non essendo certo un’impresa impossibile.
baciogiostrainfinito.
giostrabaciamoci all’infinito 🙂
Leggerti è come mangiare carne e sensualità. Un cannibalismo quasi mistico.
….Simona
Non so se ci sia una qualche forma larvata di cannibalismo nell’amore o nelle sue rappresentazioni. Voglio dire: non ne sono sicuro. Potrebbe essere. E a volte sarà così.
A me piace in realtà pensarlo come una sorta di dono suntuario, di immane gratuità della mia carne, in un movimento verso l’amata, verso l’Altro, senza per questo la necessità di una contropartita, di uno scambio necessariamente formalizzato – benché senza retroazione non si possa certo parlare di amore compiuto. 😉