Nessuna carezza è adulta.
Lo spazio in cui disegniamo corpi mobili, moventi – uno spazio prodigiosamente colmo – dove il tumulto ci riconduce ogni volta alla vita perpetua, a quella mutua sollecitazione che ci mette al mondo senza che l’esistente s’irrigidisca nell’inflessibilità del gesto; questo spazio chiama alla vicinanza puerile.
Che cosa cerchiamo se non la ricerca stessa?, ci siamo detti. Una trasparenza da attraversare malgrado la materia, ma che non riconosce, alla pietra, la stessa unicità dei corpi vivi.
Amiamo i corpi in cui è successo qualcosa, in cui ci si può raccontare delle carezze, delle mani, ma senza vanagloria, senza perdersi in parole familiari. Qualcosa che non si possa attenuare, e che mai scongiurerà l’esigenza di sempre più destino.
Nessuna carezza è adulta, soprattutto nella leggerezza di un gioco improvvisato, fatto di rilanci, di echi, tra me, te, il mondo.
La trasparenza non è il vuoto. La trasparenza è l’acqua corrente della visione.
Se le braccia che stringono sono radici, gli occhi che si sposano sanno essere intere foreste.
9 novembre 2012. Foto di Eikoh Hosoe. Frammento confluito in
Quest’amante che si chiama verità (Gwynplaine, 2014).
L’ha ribloggato su CIANURO EMOTIVO INCHIOSTRO D'ANIMA SINISTRAe ha commentato:
<3…
Reblogged this on Polly.
Delicatissima .. scrittura.
Ogni tanto un po’ di “delicatezza” non stroppia, no?, ma penso che in parte essa sia solo apparente, quasi una sorta di distorsione prospettica, nel senso che appare (e appare tale) solo in un gioco di contrasti rispetto al tenore dei testi che pubblico di solito.
La cosa buffa, però, è la latitanza, su questo blog, del mio lavoro teorico degli ultimi quattro mesi. Non ho ancora postato neanche una solo riga di circa un centinaio di cartelle scritte tra il mese di luglio e la fine di ottobre.
In altre parole, questo blog sta diventando lentamente la mia falsa coscienza [rido].
(Sorrido) … Accantona allora la tua falsa coscienza (!!!) … ci sono sempre occhi per le 100 e piu’ pagine.
Lo farò nelle prossime settimane, nei prossimi mesi.
Con l’ebook Non me frega un cazzo della letteratura, si è chiuso davvero un ciclo. Un ciclo durato più di vent’anni. Ho quasi una sorta di pudore rispetto a ciò che sto andando a fare, a cosa sto facendo e scrivendo e pensando in questo periodo. Non ci sono incertezze, beninteso, ma devo ancora padroneggiare alcuni concetti, crearne altri, dare uno spessore a ciò che diverrà il mio flusso teorico, il mio sciame di pensieri. Sono comunque già abbastanza soddisfatto delle cose concretizzate in questi mesi. Basta ad es. che tu dia uno sguardo alla pagina “Bibliografia”, qui su questo stesso blog, per avere un’idea dei miei sforzi attuali. Si muovono cose, forse anche troppe cose, ed io non voglio certo rischiare di perdere quel passo deciso che ho (ri)trovato.