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Andrea Lecca, Banalità di base, Gwynplaine edizioni, Internazionale Situazionista, Raoul Vaneigem
Raoul Vaneigem, Banalità di base, a cura di Carmine Mangone, Gwynplaine edizioni, Camerano (AN) 2012, 102 pp., euro 10.
Distribuzione nelle librerie: NdA Press. Acquistabile online su: <Ibs> <Amazon>
Una nuova traduzione in italiano del saggio che Vaneigem pubblicò su due numeri della rivista Internationale Situationniste (n. 7 dell’aprile 1962 e n. 8 del gennaio 1963). Il volume è completato da alcune decine di note al testo e da una mia introduzione: Contro ogni alienazione, I.
L’illustrazione in copertina è di Andrea Lecca.
[Ho pubblicato su questo stesso blog un intero paragrafo del testo vaneigemiano, come pure diversi estratti dalla mia prefazione.]
Dalla quarta di copertina del volume Gwynplaine:
Il saggio Banalità di base è il primo grande scritto teorico di Raoul Vaneigem. Apparso originariamente sui numeri 7 e 8 della rivista “Internationale Situationniste”, esso anticipa e sintetizza alcuni dei temi centrali della sua opera posteriore più nota, il Trattato del saper vivere ad uso delle giovani generazioni (1967). Nell’ottica di un rovesciamento radicale del mondo capitalista, l’autore critica le basi dell’asservimento e le dinamiche consumiste della società contemporanea, interrogandosi sull’eventuale ruolo rivoluzionario della “cultura” e introducendo concetti (come quelli di spettacolo e détournement) che faranno la fortuna postuma dei situazionisti. Il testo di Vaneigem è accompagnato da un breve saggio di Carmine Mangone, che contestualizza e critica la brillante esperienza situazionista alla luce dei processi storico-culturali che ne hanno visto l’emergenza e il repentino recupero culturale.
Il belga Raoul Vaneigem è stato membro dell’Internazionale situazionista dal 1961 al 1970. Insieme a Guy Debord, è da considerarsi il maggior teorico del movimento, rappresentandone senza flessioni la tendenza più libertaria e passionale. A partire da Banalità di base, i suoi testi punteggiano il pensiero radicale degli ultimi cinquant’anni fornendo ogni volta una visione gioiosa e umana della sovversione possibile.
Carmine Mangone è nato a Salerno nel 1967. Critico dei movimenti radicali della contemporaneità, ha già pubblicato per Gwynplaine La qualità dell’ingovernabile (2011) e curato un volume sull’anarchico Emile Henry (Aforismi di un terrorista, 2010).