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Benjamin Péret, Io non mangio di quel pane, Je ne mange pas de ce pain-là, La Révolution surréaliste, poesia rivoluzionaria, poesia surrealista
[La “comare Cognacq” dileggiata da Benjamin Péret è Marie Louise Jay (Samoëns 1838-Parigi 1925), moglie di Ernest Cognacq (1839-1928), fondatore dei grandi magazzini A la Samaritaine di Parigi, inaugurati il 21 marzo 1870 e chiusi definitivamente nel 2005. I coniugi Cognacq istituirono un’opera filantropica (la fondazione Cognacq-Jay, appunto) con il proposito di premiare, e quindi incentivare, le famiglie numerose. La poesia era già apparsa in La Révolution Surréaliste, n. 6, 1° marzo 1926, pp. 22-23.]
All’età in cui i bambini che rotolano nella sabbia
come scaloppine impanate
cercano la via per il centro del mondo
comare Cognacq coi seni pieni di latte
avuti in eredità da sua madre
raccoglieva aghi spezzati per fabbricare cannoni
Un giorno il cannone dei suoi sogni fu fuso
e venduto al nemico
da papà Cognacq
A ricordo dell’avvenimento fu aperta la Samaritaine
e recandosi colà ogni mattina
comare Cognacq vi raccoglieva la merda dei cavalli
per i piscialletto dei suoi sposini
Ahimé comare Cognacq è morta
è morta come la Francia
E dalla sua pancia verde come un pascolo
fuggono le famiglie numerose
che per ogni figlio
ricevevano una paletta per il fuoco
Non più comare Cognacq
non più bambini dopo gli altri diciotto
a Pasqua o a Natale
a pisciare nella pentola familiare
Comare Cognacq è morta
balliamo balliamo in tondo
sulla sua tomba sormontata da uno stronzo
*
L’eroica morte del tenente Condamine de la Tour
[La poesia di Péret è “dedicata” ad un eroe della guerra del Rif, conflitto locale che vide l’esercito coloniale francese fronteggiare gli insorti marocchini. La mort héroïque du lieutenant Condamine de la Tour era stata pubblicata in La Révolution Surréaliste, n. 6, cit., p. 22, con il seguente cappello introduttivo: “È noto che il soggetto proposto dall’Accademia Francese per il premio di poesia 1927 è ‘l’eroica morte del tenente Condamine de la Tour’, ucciso l’estate scorsa in Marocco alla testa del suo plotone di fucilieri. Il nostro collaboratore Benjamin Péret, particolarmente ispirato da quest’azione eclatante, presenta fin da ora alla giuria accademica la poesia che segue, in cui s’apprezza nel suo giusto valore l’alto fatto d’arme del suo compatriota.”]
Da sette secoli Condamine de la Tour
le braccia come le lancette di un pendolo
che segna le nove e un quarto
ritto sul suo caprone tricolore
comandava i suoi quattordici gamberi
Nel suo cervello bacato le brezze cantavano
Verrai giù porco lassù
Ma dal cielo nero come la fronte dei padri
nessuna aragosta veniva a soccorrere i suoi gamberi
A volte solo lo spezzarsi di un’unghia
lo avvertiva che le marmitte cambiavano sesso
e che le lattughe perdendo le orecchie
venivano a chiedergli il segreto dei suoi peli
All’improvviso nella sua aria barbuta
si conficcò un chiodo con un rumore di tenebre
un chiodo azzurro e verde come un mattino di primavera
2437 cimici gli uscirono dal naso
4628 lampioni gli entrarono nelle orecchie.
Egli gridò
Io Condamine de la Tour cerco massacri
fanciulli con scarpe di nuvole
e il milite ignoto nell’armadio
Ma Gesù ha gettato il milite ignoto nella spazzatura
e i porci l’hanno mangiato
e gli alsaziani hanno mangiato i porci
È così che sei cresciuto Condamine de la Tour
che sei cresciuto come un porco
e l’ombelico del milite ignoto è diventato il tuo
Ma oggi Gesù ha infilato i piedi nella tua buzza
che gli fa da zoccolo
i piedi nello stesso zoccolo
È per questo che è diventato un dio
e che i suoi preti hanno scarpe
del tutto simili alla loro faccia
Va’ in malora Condamine de la Tour
Con i tuoi occhi il papa farà due ostie
per il tuo sergente marocchino
e il tuo cazzo diventerà il suo bastone di maresciallo
Va’ in malora Condamine de la Tour
Va’ in malora schifoso senz’ossa.
*
Epitaffio su un monumento ai caduti
Il generale ci ha detto
il dito nel buco del culo
Il nemico
è di là Avanti
Era per la patria
Siamo partiti
il dito nel buco del culo
La patria l’abbiamo incontrata
il dito nel buco del culo
La ruffiana ci ha detto
il dito nel buco del culo
Morite o
salvatemi
il dito nel buco del culo
Abbiamo incontrato il Kaiser
il dito nel buco del culo
Hindenburg Reischoffen Bismarck
il dito nel buco del culo
il granduca X Abdul-Amid Sarajevo
il dito nel buco del culo
mani tagliate
il dito nel buco del culo
Ci hanno spezzato le tibie
il dito nel buco del culo
divorato lo stomaco
il dito nel buco del culo
forato i coglioni coi fiammiferi
il dito nel buco del culo
e poi lentamente
siamo crepati
il dito nel buco del culo
Pregate per noi
il dito nel buco del culo
Benjamin Péret, Je ne mange de ce pain-là, 1936 [Traduz. di Carmine Mangone].
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