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abolizione della moneta, Asturias, Asturie, CNT, Colectividad Valemás, collettività anarchiche, Comune agricola, comunizzazione anarchica, Spagna
Nella regione spagnola delle Asturie, dal novembre 2012, esiste una comunità autogestita agrourbana: la Colectividad Valemás, all’interno della quale una trentina circa di compagni libertari (militanti o simpatizzanti della CNT asturiana) sta cercando di sperimentare e sviluppare delle pratiche di “secessione” (di autonomizzazione) dai meccanismi economici capitalisti.
Sulla scia della tradizione rurale iberica del concejo abierto (antica forma di autogoverno su base municipale) e, soprattutto, della grande esperienza di massa delle collettività anarchiche del 1936-’38, i compagni asturiani tentano di autoprodurre il necessario in legami comunitari orizzontali e antiautoritari, combattendo così sia la disoccupazione e la precarietà, sia il monopolo agroalimentare e le separazioni sociali tra i vari ambiti del vivere.
Ripartendo dunque da un’autoproduzione su piccola scala, e mirando tuttavia alla più completa autosufficienza, la Colectividad Valemás si propone l’occupazione di terreni di proprietà pubblica, una messa in comune dei beni e dei servizi collettivi, l’abbandono della moneta, nonché modalità di scambio multireciproco fondate sulla gratuità, la condivisione e il baratto – anche con altre realtà omologhe.
[ Sui processi che hanno subordinato l’ambiente rurale spagnolo alla feroce valorizzazione capitalista degli ultimi cent’anni, si consiglia l’ottimo saggio: L’anti-machinisme rural et la mécanisation de l’agriculture sous le franquisme (1936-1970), in: Les Amis de Ludd [Los Amigos de Ludd], Bulletin d’information anti-industriel – II, Éditions la Lenteur, Paris 2009, pp. 95-138. ]
I compagni della Valemás mi hanno inviato via mail un volantino di presentazione del progetto, la cui traduzione trovate qui di seguito. Un altro testo in italiano sull’esperienza asturiana è consultabile sul sito Nexus Co.
Tornerò senz’altro sull’argomento non appena avrò delle buone nuove. Trovo particolarmente interessante (e stimolante) poter seguire la costruzione e lo sviluppo di progetti simili, che vanno abbastanza chiaramente nella direzione di una immediata sperimentazione della comunizzazione anarchica.
Ciao!
Siamo la Colectividad Valemás, e ci piacerebbe condividere con te una modesta proposta, che può interessarti personalmente o che puoi trasmettere ad altri.
Il nostro obiettivo è mettere in comune le nostre risorse cercando di coordinarle per soddisfare le nostre necessità in modo autogestionario.
Ci muove il sincero intento di recuperare i sentimenti comunitari e un’identità collettiva.
La Colectividad Valemás si definisce agrourbana perché, nel bene come nel male, i confini tra campi e città ci sembrano solo sociali e spazialmente molto diffusi (per cui è possibile incontrare cittadini che coltivano orti e contadini impiegati in città). Alcuni di noi, per esempio, vivono nell’ambiente rurale, facendo affidamento su piccole fattorie, orti, allevamento minore e altre risorse della terra (anche di natura sporadica).
Il modo di funzionamento della Valemás non si differenzia molto da tutti quei gruppi i cui membri intendono praticare di fatto il mutuo appoggio.
In primo luogo, abbiamo posto in comune (in modo permanente e continuo) le risorse che siamo disposti a condividere: tanto gli “attivi” (merci e prodotti, professioni e mestieri, saperi ed esperienze, ecc.), quanto i “passivi”, ossia i nostri bisogni ed esigenze personali. In secondo luogo, valorizziamo le nostre risorse in base alla loro abbondanza e alla domanda interna alla comunità, in conformità al criterio generale di soddisfare (prima di ogni altra cosa) le necessità di base, e in modo così da raggiungere una minima sovranità alimentare, educativa, sanitaria e assistenziale. Il sistema di valorizzazione è molto semplice : una sorta di regola del tre composto che, riassunta in una formula, potrebbe essere enunciata più o meno così:
[valore collettivo (di una risorsa) = n° dei collettivisti x quantità della risorsa ± domanda effettiva : 10]
Il non impiegare nessun modello di scambio monetario è una semplice opzione collettiva. Risponde alla nostra cosciente e deliberata intenzione di allontanarci il più possibile dall’economicismo mercantile imperante, i cui valori (come ad es.: la brama di profitto) abbiamo già fin troppo interiorizzato per non pensare che debbano smettere di condizionare i nostri comportamenti individuali. Infine, in terzo luogo, cerchiamo di coordinare gli sforzi (in modo continuo e permanente) di chiunque viva, o sia disposto a vivere-viversi, nella reciprocità e nella solidarietà responsabili. Ci piacerebbe integrare in una rete (o, per usare un termine del passato, in una confederazione) tutti le individualità e i gruppi che nelle Asturie già praticano in qualsiasi misura il baratto o lo scambio multireciproco. E per far ciò – allergici come siamo a creare strutture organizzative troppo grandi o gerarchizzate, le cui esigenze non corrispondano direttamente a quelle dei loro membri -, proponiamo un metodo semplicissimo: condividere gli elenchi degli associati. Vale a dire: mettere in comune le nostre risorse e le nostre esigenze, incrociare i dati delle persone disposte a incontrarsi e a condividere, facendo sì che dalla dinamica di questa socializzazione nasca una comunità che si identifichi in se stessa come tale, al di là della forma concreta di organizzazione e di funzionamento di ogni gruppo. L’idea è che ogni collettivo, o cooperativa, o associazione, funzioni nelle Asturie come se fosse un singolo che si rapporta ad altri, fornendo come risorsa “attiva” le offerte e le necessità dei suoi membri, e come risorsa “passiva”, le attività e le azioni che decida d’intraprendere in quanto gruppo.
Tutto questo spiegato molto in sintesi e con l’augurio che la nostra proposta possa interessarti. Allegato a questo volantino di presentazione un documento che dettaglia le risorse della Valemás [mancante nella presente versione italiana; NdT]. Un cordiale saluto, e per ogni comunicazione: colectividadvalemas@gmail.com
[Traduz. di Carmine Mangone]
La formula proposta dai compagni asturiani, in seguito ad una mia richiesta di chiarimenti, andrebbe scritta più correttamente così:
valore collettivo di una risorsa = [(n° dei collettivisti x quantità della risorsa) ± domanda effettiva] : 10
dove 10 è una “costante”.
Esempio spicciolo:
La collettività è formata da 30 membri. Uno di questi è barbiere. Sedici membri vogliono servirsi di quest’ultimo per il taglio dei capelli. Per cui: [(30 x 1) + 16] : 10 = 4,6. Il che significa che 4,6 è il “valore” di ogni singolo taglio di capelli.
Altro esempio:
Tre membri della collettività sono potatori. In dodici si servono della loro opera per un determinato lavoro agricolo. Per cui: [(30 x 3) + 12] : 10 = 10,2. Il che significa che 10,2 è il “valore” di ogni potatura in questione.
Dai due esempi, deriva che una potatura “vale” più di due tagli di capelli, ecc.
Credo peraltro che la formula in questione vada presa come riferimento ideale, non potendo di certo esserci un vincolo di rigida valorizzazione tra i collettivisti, il che invaliderebbe alla radice il senso stesso dell’esperienza.