Carmine Mangone, Il corpo esplicito. Breve storia critica dell’erotismo occidentale, edizioni Paginauno, pp. 160, euro 14,50, ISBN 978-88-99699-07-9.
[update: I racconti di Perla, sul canale YouTube Perla Rara; puntata dedicata a Il corpo esplicito.]
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Nota in quarta di copertina:
Un saggio sull’evoluzione storica dell’erotismo e del concetto di amore, tra Bataille, Sade, Foucault, i surrealisti, dall’antica grecia all’era di Internet, alla pornografia di massa; un libro che fa il punto sulle approssimazioni e sulle mistificazioni dell’erotismo e dell’amore. Nelle intenzioni dell’autore c’è il desiderio di ricordare e rilanciare il senso dell’esperienza amorosa, ma anche la volontà di capire da dove essa venga storicamente e dove ancora potrebbe condurci. Senza sterili estetismi o triviali commerci, viene da porsi una questione essenziale, ironica: ciò che definiamo amore saprà ancora essere una soluzione capace di dare un senso, un contenuto autentico alle relazioni tra i viventi? Anzi, a dirla tutta: l’amore è mai stato davvero una soluzione?
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Indice (seguendo i link, si possono leggere alcuni estratti dell’opera):
Mettendo le mani avanti
1. Amore carnale come ricerca di compiutezza
2. La genesi del corpo amoroso
3. Preistoria, asservimento della donna e prime rappresentazioni sessuali
4. La carnalità nell’antico Egitto
5. “Eros che scioglie le membra…”
6. Una piccola Sodoma in ogni corpo: la lussuria nell’era cristiana
7. Emergenza del discorso moderno intorno ai corpi
8. La comunità sadiana, lo Stato sadico
9. Georges Bataille e l’erotizzazione capitale del mondo
10. Il lavoro sociale della vergogna e la “spudoratezza” del valore
11. Oltre il pudore: costruire una continuità tra gli affetti
12. Anche le parole fanno l’amore? Surrealisti, rivoluzione, poesia
13. Le avanguardie “scostumate”
14. Consumare o realizzare la poesia
15. “In culo oggi no”: la donna sarà poeta (e autonoma) o non sarà
16. La valorizzazione moderna dell’oggetto sessuale
17. “L’amore è un’occupazione dello spazio”
18. Pierre Molinier: crisi dell’oggetto sessuale e attraversamento dei generi
19. Hans Bellmer e la ricombinazione simbolica degli elementi carnali
20. Combattere le separazioni, riappassionare il mondo
21. Proliferazione dei dettagli erotici e avvento della pornografia di massa < 1 > < 2 >
22. L’amore, nonostante tutto
23. L’affetto carnale contro la “malattia della morte”
24. Ma l’amore è davvero una soluzione?
25. Per un nuovo spazio affettivo tra sesso e tenerezza
26. Dentro il vivere e il morire di ogni cosa
27. Dal “corpo senza organi” alla comunizzazione esplicita
28. L’amore non basta
29. Anche domani dimenticheremo di morire
30. Regalarti un’insurrezione al chiaro di luna…
(Fuori luogo: esporre la carne, la parola; mirare a ogni possibile) < 1 > < 2 >
Ditemelo. Ditemelo nonostante l’Anobii di questi giorni.
Ditemi che si legge un libro, qualsiasi libro, anche con la pancia.
Con la testa, sono fino a pg 64, non sono poche come sembra: sono pagine fitte e ‘dense’ , per stessa definizione dell’autore e credetegli perché una storia dell’erotismo in poche pagine è difficilmente esaustiva, no? Fosse vero, dovreste armarvi di tempo e bibliografia, ma vi linko un post dal blog dell’autore e capirete più di me.
https://wordpress.com/read/feeds/2845…
Perché nonostante seni e membri gonfi e doloranti, muoiono pezzetti di cuore sotto l’egida dell’ ‘ammore’, morte scortata da stima, tenerezza e un oltre lontano.
La verità, la mia: non serve aprirsi all’altro se l’altro non è pronto ad aprirsi a te e non lo è mai se da te vuole solo ciò che vuole e nient’altro. I ponti umani non esistono. La comunicazione tra esseri umani non può raggiungere altre o alte sfere che non siano quelle del corpo, se non c’è la volontà ferrea di non avere paura, di non temere l’altro che ti invade e ti espropria.
Nessun filosofo oggi o conoscitore della psiche domani può spiegare il perché non esista altro che il volere per noi stessi e il nostro piacere, in un fagocitare continuo di gesti e volontà altrui: lo sappiamo benissimo.
Scorro il libro velocemente: fino a pag. 64 ho sottolineato e preso appunti e fatto domande ma avendo pazienza e leggendo ancora forse saprò dove sono le risposte. O forse non saranno queste pagine a darmele, ma la curiosità incessante che spinge a guardare ‘dentro’ un qualsiasi scritto e a chiedere, chiedere e ancora chiedere. Il cosa, immaginatelo voi.
Continua…
https://www.goodreads.com/book/show/39332917-il-corpo-esplicito
Il sesso attraversa la storia, la società. Il sesso ATTRAVERSO la storia e la società. Il corpo che evolve di pari passo con l’economia dei paesi, con la conformazione geografica dei luoghi. L’amore che diventa pensiero filosofico e nelle sue epifanie private e pornografiche si lascia controllare o esplode, rivoluzionario. Il sesso non solo come espressione d’amore ma come cultura. Nella storia come la si studia a scuola, con le sue implicazioni politiche, territoriali, commerciali, non si fa cenno alla sessualità come parte integrante della vita dell’uomo e della donna, quando invece, essendo fondamentale alla propagazione della specie umana e delle sue culture, forse andrebbe inserita al capitolo “società”. “Il corpo esplicito” mi insegna il sesso come fenomeno sociale, forse ancor prima che personale e/o di coppia; mi mostra il corpo come uno strumento che parla di sé nei secoli, secoli in cui si è dovuto coprire e nascondere, epoche in cui viene mostrato al punto di non fare più sensazione neppure nel privato della camera da letto. L’amore umano grande e devastante come una guerra, combattuta a suon d’ignoranza e di ricerca del piacere, di realizzazione del sé singolo e sociale. Il sesso è cibo per la mente prima che per la carne, il sesso è pensato prima di essere fatto, e se fatto non è detto che compia se stesso se non nel contesto di un’adeguata situazione storica e sociale cui suo malgrado si trova a dover rispondere, più o meno coscientemente. Il corpo si esplicita, si apre, si spiega ed è unico ed irripetibile come l’attimo in cui si dona alla visione e all’utilizzo non egoico. Il corpo si identifica con la storia che vive e che esprime, con il paese che percorre e gli abiti che porta o che si toglie. Un sesso enorme e imprescindibile che ingloba tutto, ma di nascosto perché non è argomento da trattare in maniera così sottile e analitica come Carmine Mangone riesce a fare, sorprendendomi ad ogni riga. Sono cose che non si dicono, argomenti da trattare solo in camera da letto (che poi, chi li tratta??) – ma è regolare il corpo sbattuto su una copertina senza senso (e non intendo solo quello femminile, anche con quello maschile si gioca assai). Il corpo è molto più di questo. È interpretazione filosofica (sapiente) del più alto sentimento che colma ogni vuoto, è colui che compie tale interpretazione nelle modalità più disparate e sconce, e guai a tacerne la profonda, profondissima, voce.
Ciao Bea, ti ringrazio di cuore per il bel commento/recensione. Volevo solo aggiungere alcune cose rimarcando certe dinamiche del fenomeno sociale di spossessamento contemporaneo dei corpi. L’elemento più interessante, secondo me, è la separazione, in un ambito psichico e mercantile specifico, di tutto ciò che attiene l’ambito delle oscenità erotiche (mi riferisco qui a ciò che si definisce, più o meno correttamente, pornografia). Questa separazione, sganciando gli “argomenti” del sesso dalla dimensione privata, intima e interindividuale, li inserisce in un processo sociale di valorizzazione. Il che è paradossale. In camera da letto, si parla sempre meno autenticamente e si parla spesso in relazione a ciò che viene dettato dal fuori, dal valore (anche desiderante) delle oscenità, da quel valore (o anti-valore) che viene determinato su scala sociale. In realtà, questo massiccio fenomeno di affioramento del sessuale data con la repressione dell’età cristiana. Eh sì, pare strano, ma la demonizzazione del sesso (si pensi alle catalogazioni penitenziali, che, letterariamente, e non solo, sembrano anticipare “Le 120 giornate di Sodoma”) ha portato alla superficie della sfera sociale e culturale il vasto mondo sommerso dell’erotismo e del desiderio sessuale. Da quel momento in poi, c’è stato un progressivo allargamento e svelamento del contesto. La pornografia contemporanea, se mi concedi la formula, è una sorta di rovesciamento dialettico dell’ipermoralizzazione giudaico-cristiana: legittima ciò che era illegittimo, “peccaminoso”, e lo fa rivoltando la clessidra (senza romperla, eh!). Poi, certo, “il corpo è molto più di questo” e le sue manifestazioni, le sue tumescenze, debordano continuamente e fanno da propellente anche alle dinamiche di destabilizzazione del valore, tuttavia diventa sempre più difficile tenersi fuori dalle dinamiche di separazioni. E di sovente, ahimè, si è maggiormente soli quando si è fra le braccia di qualcuno. Molto spesso, si toccano solo le superfici dei corpi e si finisce per contabilizzare coiti, orgasmi, senza che il sesso si faccia esperienza di vita, di condivisione.
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